Pedagogia Roma Tre

Quaderni di Pedagogia Digitale è un progetto del Laboratorio di Pedagogia Generale del Dipartimento di Scienze della Formazione, Università degli Studi Roma Tre

Fondo Pizzigoni

Gli studi e le ricerche pubblicate sui nostri Quaderni di Pedagogia Digitale si basano e ispirano al Metodo pedagogico creato da Giuseppina Pizzigoni per la scuola dell’infanzia

Quaderni di Pedagogia Digitale

Una presentazione del nostro progetto di divulgazione scientifica ed editoria digitale, dedicato alla scuola dell’infanzia e sviluppato su piattaforme digitali e di social media

FISR 2020 // S.M.A.R.T.

Secondo progetto di Quaderni di Pedagogia Digitale, 5 pubblicazioni interattive che scaturiscono da un convegno internazionale e progetto europeo, e attività di outdoor education

Digito Dunque Sono

Il primo progetto di Quaderni di Pedagogia Digitale, 15 pubblicazioni interattive con ricerche ed esperienze sui temi di scuola e formazione post-lockdown nell’era covid19

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FISR 2020 / S.M.A.R.T. / 04

FISR04 / MARZO 2022

Sviluppo Sostenibile nell’Outdoor Education da 0 a 13 anni

QUADERNI FISR 2020 / S.M.A.R.T. // Seconda serie di Quaderni di Pedagogia Digitale, e nuovo progetto di Outdoor Education

L’anima del corso è la sperimentazione con i bambini e le bambine da 0 a 13 anni. Capriole e arrampicate divertono e rendono la natura il palcoscenico vivente dell’immaginazione infantile.

I boschi, i prati, gli alberi, i fiori insieme al vento, al sole, alla pioggia, alla neve sono i centri di interesse ideali, come notava la pedagogista Giuseppina Pizzigoni, per risvegliare quell’energia sopita, unica spinta propulsiva allo sviluppo umano.

INDICE TEMI QUADERNO

Parlare il linguaggio della Natura, di Sandra Chistolini

Sperimentazione Outdoor Education in età 2-3 anni Asilo Nido, di Chiara Quagliani e altri autori

Al CREA con l’Asilo Nido, di Chiara Quagliani

Esperienza al CREA del 27 ottobre 2021, prime impressioni, di Valentina Cosimati

Esperienza al CREA con l’Asilo Nido: l’esperienza della conquista, di Luise Kittenberger

Il Nido aziendale Università dei Piccoli al Campus Universitario dell’Università degli Studi di Palermo: riflessioni sulle attività di Outdoor Education del 27 ottobre 2021, di Francesca Paola La Monica

Sperimentazione Outdoor Education in età 3-5 anni Scuola dell’Infanzia, di Lorenza Morganti e altri autori

IO SONO COME UN ALBERO: Sperimentazione del 24 novembre 2021 al CREA, di Lorenza Morganti

Sperimentazione in Outdoor Education del 24 novembre 2021 al CREA con una sezione della Scuola dell’Infanzia di Roma, di Chiara Quagliani

Sperimentazione Outdoor Education in età 6-10 anni Scuola Primaria, di Silvia Desiato e altri autori

Mercoledì 1 dicembre 2021, la sperimentazione della Scuola Primaria, di Silvia Desiato

Sperimentazione del 1 dicembre 2021, Scuola Primaria di Roma // 2 classi: una seconda a tempo normale e una terza a tempo pieno, di Silvia Desiato e Laura Ciambellotti

Sperimentazione con la Scuola Primaria di un Istituto Comprensivo di Latina, 1 dicembre 2021, di Barbara Molinari e Chiara Quagliani

Diamo un senso alla Natura: Sperimentazione del 1 dicembre 2021 con due classi della Scuola Primaria, di Daria di Bernardo e Marianna Manca

Relazione sulla sperimentazione in Outdoor Education del 1 dicembre 2021 presso il CREA con le classi seconda e terza della Scuola Primaria di Roma, di Laura Ciambellotti

Sperimentazione Outdoor Education in età 11-13 anni Scuola Media, di Valentina Cardella e altri autori

Relazione sulla sperimentazione della Scuola Secondaria di I Grado, 12 gennaio 2022, di Valentina Cardella

Sperimentazione del 12 gennaio 2022 al Parco Giancarlo Sbragia. Seconda classe della Scuola Secondaria di I Grado, di Adriana Catarinella

Sperimentazione del 12 gennaio 2022 al Parco Giancarlo Sbragia detto anche Parco “FAO”. Seconda classe Scuola Secondaria di I Grado, di Valentina Cardella

Lo sviluppo sostenibile nell’ambiente di apprendimento stile Giuseppina Pizzigoni, di Sandra Chistolini

SANDRA CHISTOLINI

Parlare il linguaggio della Natura

Parlare il linguaggio della Natura

Sandra Chistolini

Il Progetto FISR 2020, e in esso il Corso di Perfezionamento sull’Outdoor Education Muoversi con l’infanzia dal Fondo Pizzigoni allo spazio mondo tra creatività ed avventura, rappresenta una sfida importante alla programmazione di attività da svolgere in outdoor per continuare ad educare durante e dopo i momenti critici della pandemia.

La consapevolezza che l’istruzione non si debba mai fermare trova nel tema della giustizia sociale uno dei suoi maggiori fondamenti, così come il tema della disuguaglianza sociale. Per giustizia e uguaglianza chi insegna in una società democratica persegue lo scopo prioritario di dare a tutti le possibilità per raggiungere i più alti gradi di istruzione e di partecipare totalmente al benessere economico, all’elevamento culturale, alla conoscenza scientifica.

Eppure, l’emergenza sanitaria ha minato la qualità della vita e dell’educazione togliendo il gruppo, privando i bambini di quella atmosfera di comunità e solidarietà, linfa vitale dell’esistenza dell’infanzia. Ci siamo resi conto della perdita solo quando siamo tornati sui banchi di scuola.

Durante tutte le sperimentazioni condotte all’aperto con le classi del nido, della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola media, insegnanti e genitori hanno constatato l’esplosione di gioia dei bambini liberi di correre in uno spazio non limitato dai banchi e dall’arredamento scolastico.

Prima della gioia, è tuttavia apparsa la resistenza, quasi incredibile, a rendersi immediatamente conto che finalmente il movimento era possibile. In tutte le età, ci sono voluti alcuni minuti di ambientamento dei bambini non avvezzi a stare con i compagni, con gli insegnanti e con i genitori in un luogo non scolasticamente consueto.

Il bosco è stato il vasto spazio, scenario della trasformazione dall’indoor all’outdoor. Ambientarsi nel bosco richiede una confidenza non scontata. Dal sapersi muovere dei più piccoli si passa all’invenzione del gioco dei più grandicelli fino alla organizzazione dell’attività avvalendosi degli elementi naturali, e si finisce con i grandi della scuola media alla ricerca scientifica per rapporti spaziali e figure geometriche.

Uscire dalla pandemia e andare incontro alla Natura

L’isolamento e l’esclusione portati dalla pandemia sono stati ampiamente superati nell’educazione all’aperto.

Tutti inclusi e tutti partecipi della riappropriazione della natura nuovamente in dialogo continuo con l’essere umano.

L’esperienza dell’interazione con gli elementi naturali è stata patrimonio degli educatori, oltre che dei bambini.

Toccare la terra e piantare un albero si è rivelato un compito forse arduo per alcuni, ma sicuramente per tutti l’andare a piantare l’albero è stato il momento più entusiasmante reso tale dal percorso avventuroso, dal parlare insieme, dal correre e dal rincorrersi, dallo scoprire di compiere azioni impreviste e di comportarsi in modo nuovo.

Il Metodo Sperimentale Pizzigoni per l’educazione sostenibile

Giuseppina Pizzigoni, la pedagogista che richiamiamo per il suo Metodo Sperimentale, fonte di ispirazione in questo progetto, invitava ad aprire il libro vivente della natura, a dare agli alunni le cose concrete e non l’ombra delle stesse. La verità della vita scaturisce dalle osservazioni e dagli esperimenti personali favoriti dall’Outdoor Education. Gli insegnanti preparano le condizioni ed assicurano le possibilità di attivare i processi di apprendimento che conducono alla padronanza di sé stessi e alla conoscenza dell’universo.

Non c’è da stupirsi se l’insegnamento venga dai boschi, dal sole e dal vento, da tutte quelle cose che rivelano la magnificenza di quel creato al quale è indispensabile ricondursi per garantire uno sviluppo sostenibile sin dai primi anni di scuola. La bellezza dei fiori, la percezione dei suoni, l’attivazione dei sensi educano al sentimento morale e alimentano tanto lo spirito artistico quanto la ricerca scientifica nei bambini.

Chiara Quagliani e altri autori

Sperimentazione Outdoor Education in età 2-3 anni Asilo Nido

Al CREA con l’Asilo Nido

Chiara Quagliani

Mercoledì siamo stati al CREA con l’asilo nido privato per sperimentare l’Outdoor Education con il gruppo di bambini della prima infanzia. In questa esperienza sono stati coinvolti: 12 bambini (4 femmine, 8 maschi) di età compresa tra 2 e 3 anni, 10 genitori, 3 educatrici della struttura, la titolare e la counsellor della scuola. La mattinata è stata così strutturata:

Ore 10.00 Arrivo al CREA del pullman dell’asilo nido. I bambini e i genitori, dopo aver usufruito dei servizi igienici, si sono sistemati in cerchio sui tronchi nell’area verde e tutti insieme hanno consumato la merenda.

Ore 11.00 Primo momento dell’esperienza in Outdoor Education. Bambini e genitori sono stati separati. I genitori, accompagnati dal forestale dottor Giuseppe Pignatti, hanno percorso i sentieri del bosco e sono stati stimolati ad una riflessione intellettuale sull’importanza dell’Outdoor Education e sull’utilizzo degli spazi verdi, selvaggi ed autoctoni, come luoghi di apprendimento sin dalla prima infanzia.

Contemporaneamente, i bambini sono stati divisi in 3 gruppi, distribuendo 4 bambini per ogni gruppo, e sono stati invitati a scoprire uno dei tre centri di interesse caratteristici del posto: il tunnel di bambù, lo scivolo e il boschetto.

In ciascun centro di interesse il gruppo di bambini è stato accompagnato da un’educatrice. Lì i bambini erano liberi di esplorare: il loro obiettivo era quello di scoprire le bellezze del centro di interesse, viverle ed assaporarle attraverso i 5 sensi. Successivamente ai bambini è stato chiesto di spostarsi in un altro centro di interesse.

Ore 11.45 Secondo momento dell’esperienza in Outdoor Education. I bambini insieme alle educatrici hanno attraversato tutti insieme il tunnel di bambù e risalendo il pendio sono arrivati al grande albero di Eucalipto. L’esperienza era quella di abbracciare l’albero e verbalizzare cosa si sentiva. Nel percorso c’era un tronco di albero caduto sul quale i bambini spontaneamente si sono arrampicati.

Ore 12.15 Terzo momento dell’esperienza in Outdoor Education. I bambini e i genitori si sono ritrovati nello spazio adibito per il fuoco. Proprio qui, grazie alle competenze della guida forestale, è stato acceso il fuoco e tutti insieme, adulti e bambini seduti in cerchio sui tronchi, hanno pranzato.

Ore 13.15 Saluti e ringraziamenti e conclusione dell’esperienza in Outdoor Education.

 

L’Outdoor Education comincia dal Nido

Ho accompagnato i bambini nel ruolo di educatore nel centro di interesse “lo scivolo”. Ho lasciato i bambini liberi di sperimentare la salita e la discesa del pendio. Li ho incoraggiati a provare e ho dato loro supporto quando me lo hanno chiesto e quando li vedevo in difficoltà. Ho osservato che dopo qualche prova si sentivano più sicuri e forti tanto che andavano da soli su e giù per il pendio senza fermarsi. Un bambino ha messo male il piede ed è rotolato giù velocemente. Si è spaventato. L’ho rassicurato dicendogli che può capitare e doveva fare semplicemente più attenzione e subito il gioco è ricominciato.

Ho osservato che, dopo che ciascun gruppo aveva scoperto e provato tutti i centri di interesse, i bambini spontaneamente si sono interessati ai tronchi che erano disposti in uno spazio specifico. Pian piano da soli hanno fatto gruppo e si sono organizzati per fare musica. Con legnetti e canne di bambù quei tronchi si sono trasformati in una grande batteria. In quel momento l’adulto poteva anche non esserci. I bambini erano completamente nel flusso dell’apprendimento. Mi sono emozionata nel vedere e sentire cosa avessero creato e come lo avevano fatto.

Per me è stata una mattinata molto interessante e formativa. Ho visto, sentito e provato che l’educazione all’aperto si può fare. Ho respirato la bellezza di bambini liberi, la bellezza della natura selvaggia che diventa un’aula di apprendimento. Ho visto genitori più consapevoli di vivere la natura come un’opportunità e non come un pericolo, ho osservato educatrici disponibili e piene di energia per ripensare, riorganizzare e progettare spazi, materiali, esperienze nel loro asilo nido.

Capisco che bisogna partire da questa mattinata piena, intensa, inaspettata per riflettere sul fatto che l’Outdoor Education si può fare a partire dal nido.

Esperienza al CREA del 27 ottobre 2021, prime impressioni

Valentina Cosimati

La splendida giornata di sole ha ben predisposto gli animi ad una interessante esplorazione dello spazio insieme a due gruppi di bimb* scolarizzat* tra i 2 e i 3 anni e mia figlia, in pre-homeschooling, di 4 anni. Vi sono stati momenti interessanti di interazione, alcun* bambin* che si sono avventurat* immediatamente nello spazio aperto, altr* che hanno necessitato di maggiori indicazioni.

Dopo una iniziale merenda e successiva suddivisione per piccoli gruppi con contestuale allontanamento dei genitori, ci siamo dedicate all’osservazione di alcune dinamiche, scaturite in modo diverso forse anche in virtù del tipo di attività iniziale (esplorazione del rilassante tunnel di bambù, riflessiva osservazione del bosco, avventurosa salita e discesa della collina).

Una delle costanti nel tunnel di bambù e nel bosco è stata l’esigenza di produrre suoni e/o di suonare in forma quasi orchestrale gli elementi naturali, attività che dovrebbe essere alla base della propedeutica e che invece troppo spesso non lo è. L’esigenza di produrre suoni differenti dai versi di espressione della fatica e dello sforzo fisico nella discesa/salita anche denominato scivolo non si è verificata in modo netto, erano troppo impegnat* ad affrontare il difficile compito e l’attenzione era tutta su strategie per arrivare prima e non farsi male e sulla acquisizione di sempre maggiore sicurezza e indipendenza.

Il tunnel di bambù stimolava in modo evidente il rapporto con gli oggetti, gli utensili, i concetti di lontano e vicino, il bisogno di misurare in qualche modo lo spazio, ad esempio con una canna di bambù secca con cui tracciare qualcosa di simile ad un pomerio, una linea spesso curvilinea nelle foglie e nel terreno. La canna era utilizzata anche per regolarsi nello spazio, come fosse un bastone per ipovedenti.

Altra cosa evidente era il senso del ritmo che scaturiva naturalmente, suoni apparentemente aggressivi verso le dure canne, delicato fruscio di fogliame appena smosso oppure lanciato soavemente in aria quasi fossero coriandoli a disegnare quasi sempre forme circolari – il che è particolare se si considera che il tunnel è triangolare quindi composto in modo innaturale da forme geometricamente spigolose, non morbide e arcuate, che le canne della pianta sono delle linee rette, le foglie dell’eucaliptus e del bambù puntute ma morbide e che la generale impressione al suo interno è quella di rilassatezza e calma quasi zen.

Esperienza al CREA con l’Asilo Nido: l’esperienza della conquista

Luise Kittenberger

È stata un’esperienza che mi ha scaldato il cuore. Era una bella giornata di sole e quando sono scesi dal pullman, i bambini erano curiosi, alcuni intimiditi, ma si sentivano al sicuro, perché erano accompagnati dai genitori e dalle maestre che conoscevano bene. Quando ho chiesto ad uno dei bambini come si chiamasse ho visto che il piccolo è scappato via come una freccia.

Alcuni si avventuravano alla scoperta del posto e la prima cosa che attirava la loro attenzione erano i trattori. Erano affascinati dalle grosse ruote, che erano molto più alte di loro. Il prato si stendeva davanti a loro. La maggior parte dei bambini si sedeva sui piccoli tronchi per fare merenda ma presto sentivano il richiamo della natura e cominciavano a curiosare nei dintorni. Tutti sembravano impegnati in qualcosa e la chiamata di fare gruppo non era un invito molto gradito, soprattutto perché significava l’allontanamento dai genitori.

Il tentativo di suddividere i bambini in gruppi ha funzionato fino ad un certo punto. I due o tre bambini che stavano in contatto diretto con la maestra si allontanavano verso il posto di ispezione assegnato, la maggior parte però si ritrovava alla vicina salita. Si divertivano a conquistare la cima e a scivolare giù e nel frattempo osservavano le cose per terra. Alcuni bambini si rendevano indipendenti dal gruppo e cercavano un posto diverso da esplorare.

A questo punto mi sono ricordata di quello che Bishop ha spiegato sul gioco non guidato, cioè che il momento più efficace dell’insegnamento è quello in cui un bambino è impegnato in un’attività scelta da lui stesso.

In qualsiasi posto si trovassero, tutti i bambini erano indaffarati a toccare, cercare foglie, lanciarle, sentire la corteccia degli alberi. Si divertivano, ogni cosa diventava un nuovo gioco per loro. Hanno usato dischi di legno per costruire una torre. Hanno alzato dei tronchi abbastanza pesanti per poterli raccogliere tutti in un solo punto. Un bambino ha usato dei bastoni di bambù per fare musica, in tanti si sono aggregati e hanno portato avanti quel gioco come gruppo.

L’esperienza è stata utile anche per studiare il carattere dei bambini. C’era un maschietto particolarmente attivo, un piccolo leader, sempre in movimento parlava ad alta voce e con il suo modo di fare faceva notare ad altri bambini cosa si potesse fare e questi lo facevano diventare un loro gioco. Un altro bambino, molto tranquillo, si è avvicinato ad un compagno e gli ha chiesto se potesse giocare con lui. La risposta è stata un “no” forte e chiaro. Un po’ abbattuto si è avvicinato ad un’altra bambina e anche lei gli ha risposto di “no”. Alla maestra, che si era avvicinata ha detto che nessuno voleva giocare con lui. Lei lo ha preso per mano osservando: ”Qui tutti giocano con tutti”.

Questi sono momenti preziosissimi per insegnare come affrontare la vita, come diventare positivi, come difendersi in modo creativo. Questo può essere fatto solo da un insegnante che non si pone in primo piano e che sa cogliere il momento opportuno.

Il Nido aziendale Università dei Piccoli al Campus Universitario dell’Università degli Studi di Palermo: riflessioni sulle attività di Outdoor Education del 27 ottobre 2021

Francesca Paola La Monica

L’esperienza vissuta con i bambini dell’infanzia è stata ricca di bellissime sorprese. Abbiamo accolto i bambini in struttura e ci siamo spostati in cordata verso il boschetto del campus universitario. Non è un vero bosco ma per i bambini è diventato il bosco più bello mai visto. Con i suoi grandi alberi e i tronchi caduti i bambini hanno potuto vivere una giornata in piena libertà.

Abbiamo fatto merenda seduti su un telo. Anche qui è stato bello osservare come ci siano bambini più propensi a vivere in natura rispetto ad altri che hanno mostrato difficoltà anche solo a sedersi per terra. Li abbiamo invitati ad esplorare il luogo e attraverso il gioco libero li abbiamo lasciati in piena autonomia diventando dei semplici spettatori.

Un albero a più tronchi è diventato un passaggio segreto, tre alberi tra loro vicini sono diventati un castello e i bambini si sono trasformati in principi e principesse. Abbiamo visto i bambini arrampicarsi su un tronco caduto. Con tutto ciò che la natura offriva hanno giocato collaborando e inventandosi ruoli, con occhi sorridenti e volti sereni.

A questo momento è seguita un’attività strutturata. La pioggia dei giorni precedenti ci ha permesso di far scoprire ai bambini come la terra e l’acqua possano formare il fango, con questo abbiamo giocato insieme agli alberi. Li abbiamo invitati a toccare il fango con le proprie mani, ad odorarlo. Abbiamo giocato con i sensi e alla fine li abbiamo invitati a creare dei volti sugli alberi. Attività che li ha divertiti tantissimo. Noi abbiamo partecipato allo stesso gioco con altrettanto divertimento.

Ritengo che nell’Outdoor Education sia importante concedere ai bambini lo spazio esplorativo; vale a dire, quello spazio che consente loro di soffermarsi su ciò che i loro occhi notano. Scoprono tantissime cose che la natura è in grado di regalare. Si trasformano in attenti osservatori e la loro fantasia esplode.

Durante le attività strutturate invece è importante dare consegne ben precise e saper giocare insieme a loro. L’educatore che si eleva all’altezza dei bambini, attraverso il gioco, deve sapersi sporcare le mani, solo così può diventare un educatore che saprà conquistare il cuore dei bambini. A fine giornata abbiamo chiesto una restituzione delle esperienze. I bambini erano entusiasti dell’intera giornata e soprattutto erano felici.

LORENZA MORGANTI E ALTRI AUTORI

Sperimentazione Outdoor Education in età 3-5 anni Scuola dell’Infanzia

IO SONO COME UN ALBERO: Sperimentazione del 24 novembre 2021 al CREA

Lorenza Morganti

L’ispirazione del titolo è venuta fuori dalla richiesta di una bambina mentre cercavamo delle canzoni sull’autunno. La mia alunna mi ha suggerito di guardare su You Tube una canzone che già ascoltava a casa ed intitolata: “Io sono come un albero”. Albero da amare, rispettare e proteggere. Una canzone semplice ma molto significativa. La canzone entrava nel nostro obiettivo finale che era quello di piantare un albero e lasciargli il nostro cuore, disegnato, colorato, firmato.

Inizia così la nostra giornata al CREA. Ai bambini non avevo detto molto del posto in cui saremmo andati. Avevo parlato soltanto del bosco. Questo era stato inizialmente stabilito per la sperimentazione: far vivere d’impatto, in piena libertà, l’esperienza senza contaminazioni che potessero arrivare da noi adulti. Certamente mi ero soffermata su alcune regole importanti da seguire una volta che ci saremmo trovati sul posto. Poche ma precise: non ci si allontana da soli; niente va raccolto e messo in bocca; ascoltare con attenzione le maestre quando ci si sposta.

Il contesto ambientale del CREA è molto ampio e dispersivo e questo mi generava parecchia ansia, quella positiva, che ti fa stare sempre in allerta per affrontare la giornata. Mentre percorrevo la strada in auto molte domande affollavano la mia mente. Mi chiedevo se fossi stata capace di far vivere ai miei piccoli questa stupenda sensazione di libertà.

Lo sappiamo, stiamo vivendo un periodo di grande difficoltà relazionale, stiamo affrontando la nostra prima uscita didattica e pedagogica dopo tanto tempo, dopo essere rimasti chiusi in casa per mesi. Mi chiedo: come reagiranno i bambini? Quale comportamento adotteranno? Si scateneranno a tal punto da non riuscire a vivere pienamente questa esperienza o rimarranno smarriti e impauriti? Giunta sul posto, iniziando ad accoglierli, guardando i loro occhi felici e i loro sorrisi, devo confessare che le mie perplessità e le mie ansie si sono affievolite.

È stata una giornata in cui si è corsi liberi tra le piante e in un vero prato. Abbiamo camminato lungo un sentiero che ci ha condotti alla zona del rimboschimento, dove abbiamo piantato delle piccole querce e ad ognuna abbiamo lasciato il nostro cuoricino di cartoncino colorato di rosso recante il nome del bambino o della bambina che lo aveva disegnato.

Si è realizzato un vero pic-nic sul prato, dove c’erano erbette profumate che hanno catturato la nostra attenzione e spronato la nostra curiosità spingendoci a cercare foglioline, rametti e piantine dallo stesso odore. Siamo stati attenti a non lasciare nel bosco nessuna traccia del nostro passaggio, facendo attenzione nel rimettere nello zainetto le carte dei panini, le bustine dei crackers. E poi ancora tanto gioco.

Vedere tutti i bambini interessati, curiosi, forti e resistenti alla fatica, affabili tra loro mi ha riempito il cuore di gioia. L’essere poi riuscita a dare forza e coraggio al mio piccolo alunno, dapprima giocando con lui a scendere e a risalire la scarpata, per poi vederlo andare da solo, affrontando con sicurezza la discesa e la risalita, ha reso la giornata ancora più bella. Tanti bambini, tante strategie diverse nell’affrontare le difficoltà: che meraviglia!

All’ora di pranzo arrivano i genitori per riprendere i bambini. La giornata si conclude lasciandoci tante emozioni e sensazioni piacevoli, peccato che non ce ne sia un’altra anche domani, dopodomani, dopodomani ancora. Natura e libertà”, che belle maestre di Vita. Le mie sensazioni e il mio cuore sono ora in piena sintonia con l’ambiente naturale.

Sperimentazione in Outdoor Education del 24 novembre 2021 al CREA con una sezione della Scuola dell’Infanzia di Roma

Chiara Quagliani

Mercoledì, 24 novembre 2021 si è svolta la sperimentazione di Outdoor Education al CREA, con una sezione della Scuola dell’Infanzia di Roma.

In questa esperienza sono stati coinvolti: 24 bambine/i di età compresa tra 3-5 anni, 13 genitori, 4 insegnanti. Il titolo della sperimentazione è stato: Io sono come un albero.

La mattinata è stata così strutturata:

8:30 / 9:00 Accoglienza dei bambini e dei genitori.

9:00 / 10:00 Ci conosciamo con la canzoncina che utilizziamo in classe, breve presentazione del posto in cui ci troviamo.

10:00 / 11:00 Liberi di sperimentare.

11:00 / 12:00 Osserviamo l’albero nella sua interezza, ogni bambino avrà la possibilità di piantarne uno con il personale esperto del Centro.

12:00 / 12:30 Il personale del Centro accende il fuoco e intorno ad esso esprimiamo le nostre esperienze e sensazioni.

12:30 / 13:00 Pranzo al sacco preparato dalla mensa scolastica.

13.30 / 14.00 Ci congediamo.

Nel momento dell’accoglienza i bambini erano felici di ritrovarsi in quel posto non conosciuto. All’arrivo si sono abbracciati, presi per mano, rincorsi, tanti sorrisi. Erano pieni di energia e curiosi di iniziare la giornata.

In questo momento di attesa per l’arrivo di tutti i partecipanti, alcuni bambini hanno notato a terra le foglie di un albero e spontaneamente si sono avvicinati e piegati sulle gambe: le hanno osservate, alcune raccolte e sistemate nel cesto che avevano portato e poi messe a confronto (sulla grandezza, sul colore). Contemporaneamente hanno chiamato gli amici presenti coinvolgendoli in questa meravigliosa esperienza di scoperta.

 

Il momento dell’esplorazione libera è stato molto interessante. È emerso lo stupore dei bambini. La loro meraviglia era riconoscibile: nelle espressioni del viso, nei sorrisi; nelle espressioni verbali come “WOW!”, “È bellissimo qui!”, “È fantastico!”, “Guarda lì… c’è un bosco! Che bello!”; nel movimento dei loro corpi protesi nella corsa, nei salti; nei momenti di pausa tutti intenti ad osservare l’incontro con qualcosa di nuovo, non conosciuto. In tal senso, è stato significativo l’incontro di un gruppo di tre bambine con i funghi che si nascondevano sotto l’erba.

WOW! Cosa sono?”. Una bambina dice: “Chiamiamo la maestra! Maestraaa!” Silenzio. Tutte intente ad osservare quel qualcosa. Altri bambini si avvicinano. “Amici venite! C’è qualcosa…ma cosa sono?”. Un bambino risponde “Non lo so!”. Silenzio. Un altro bambino dice “I funghi!”… “Irene guarda! I funghi!”. Una bambina più coraggiosa ne tocca uno: “È bagnato! È tutto un po’ moscio… Che schifo!”. Da questo dialogo tra bambini emergono la curiosità, lo stupore, la condivisione di un’esperienza nuova.

Dentro il tunnel di bambù un bambino era fermo e si guardava intorno meravigliato. Dopo essere stato in silenzio ad osservare ha detto rivolgendosi a me che ero vicino a lui: “Come hanno fatto a fare questo tunnel?”. E io, “Secondo te?”. Lui mi risponde “Con tanti alberi che hanno piantato. Le foglie sono verdi! Sono verdiii!”

Emblematica è stata la scoperta dello “scivolo” naturale che stava vicino al tunnel di bambù. È stato scoperto spontaneamente da una bambina. Lei era seduta da sola su un tronco, in silenzio ad osservare il panorama naturale. Ad un certo punto si è alzata dicendo: “Vado alla montagna!”. Camminando decisa e sicura è arrivata a metà della salita, poi si è girata e ha cercato l’approvazione della maestra per poter continuare a salire. Quando ha ricevuto la conferma si è spinta oltre. I suoi amici vedendola l’hanno seguita. Come un effetto domino, tutto il gruppo di bambini è stato attratto a percorrere “la montagna”.

Nella scalata della “montagna” sono emersi i sentimenti della sfida e della conquista. Impegnati in questo gioco c’erano i bambini più grandi che andavano veloci ed erano subito in cima; altri invece cadevano, si paravano con le mani e poi si tiravano su pronti per ricominciare. C’era un sovrapporsi di voci: “WOW! Che bello!”, “Non ce la faccio!”, “Andiamo!”, “Sono caduto!”, “Io mi sto già affaticando”, “Aiuto!”, “Aspetta che cammino senza mani!”.

Un bambino in particolare era rimasto indietro rispetto ai suoi compagni. Impegnato nella sua missione, cadendo e rialzandosi, ripeteva: “Oddio che fatica!”, “Non ce la faccio…aiuto!”, “Sono quasi arrivato!”, “Ci sono quasi”,“Ce l’ho fatta!”. Finalmente era in cima. Ce l’aveva fatta. Il sentimento della conquista – la felicità di aver raggiunto il traguardo – erano chiari dalle espressioni del suo viso mentre, dalla cima, considerava la salita che era riuscito ad attraversare.

Sono emerse tanta collaborazione e cooperazione tra i bambini. I bambini sono stati impegnati in diverse azioni come: spostare i tronchi pesanti, salire sul tronco dell’albero caduto, salire sul pendio, portare le lunghe canne di bambù. Nelle loro conversazioni sono state ricorrenti le espressioni: “Ti posso aiutare?”, “Ti aiuto io!”, “Facciamo insieme!”. “Andiamo insieme!”. Insieme hanno trovato soluzioni e collaborando hanno vissuto le esperienze nell’ambiente naturale.

Nell’ultima parte della mattinata, prima dei saluti, i bambini si sono ritrovati nello spazio con i tronchetti, nei pressi del bosco. Qui, spontaneamente e da soli, hanno ri-creato la scuola: si sono organizzati per fare la classe in questo ambiente, hanno usato gli elementi naturali a disposizione, hanno stabilito i ruoli (i bambini e la maestra) e hanno iniziato il loro gioco. È stato un momento davvero emozionante.

Registrazioni vocali di dialoghi tra bambini, registrate e trascritte da Chiara Quagliani

Nei dialoghi trascritti A. sta ad indicare l’adulto e B. sta ad indicare il bambino, mentre B.1, B.2, B.3 stanno ad indicare le tre bambine impegnate nell’esperienza.

Registrazione #1

Dialogo tra tre bambine nel momento dell’accoglienza . Mentre aspettavano l’arrivo di tutti gli amici alcune bambine spontaneamente hanno notato a terra le foglie dell’albero.

B.1 Guarda Greta… Greta guarda che grande!

B.2 Foglieee… foglie dell’autunno!

B.3 Cerchiamo solo quelle giganti con questa forma?

B.2 Sì!

B.1 Greta le ho trovate… Greta un’altra…

B.3 Questa è più gigante!

Registrazione #3

Dialogo tra l’adulto (chi registra) e un bambino che era riuscito a salire da solo sul tronco dell’albero caduto durante il momento dell’esplorazione libera.

A. Dove sei?

B. Qui!

A. E cosa stai facendo?

B. Ce l’ho fatta da solo.

A. Davvero?

B. Sì!

A. E come hai fatto?

B. Sono salito da là!

A. È stato bello riuscirci da solo?

B. Sì!

Si avvicina un suo amico

B. Ehi… io sono qui!

Arriva un altro adulto, il bambino fa notare

B. Ce l’ho fatta da solo!

// VIDEO: IMPARARE A SCENDERE DALLA “SCARPATA”

Un video breve e simpatico che testimonia un momento dell’esperienza di Outdoor Education del 24 novembre 2021 al Parco CREA di Roma, i bambini che si cimentano a scendere dalla “scarpata”.

SILVIA DESIATO E ALTRI AUTORI

Sperimentazione Outdoor Education in età 6-10 anni Scuola Primaria

Mercoledì 1 dicembre 2021, la sperimentazione della Scuola Primaria

Silvia Desiato

La mia parola chiave della sperimentazione è: OP-POR-TU-NI-TÀ. Queste cinque sillabe legate insieme da una grande forza hanno accompagnato sin dall’inizio il mio percorso, proprio come un “credo educativo” a cui mi sono affidata con fiducia, senza remore e condizionamenti. Sì, Opportunitá. Donata come un “talento”, colta con “entusiasmo” e condivisa con “convinzione”.

Grande, quella che è stata data a noi insegnanti di partecipare con il FISR a questo progetto sperimentale da ottobre scorso e che ci vede tuttora impegnate sul campo, per sperimentare e comprendere a pieno il valore aggiunto dell’Outdoor Education nel percorso educativo di ciascun bambino;

Unica, quella che hanno potuto vivere in prima persona i miei bambini al Crea Woods, essendo stati messi al centro del processo educativo e partendo proprio dai loro ‘desiderata’, quali quelli di esperire una caccia al tesoro con i doni della Natura;

Da condividere ed in cui crederci insieme, quella data ai nostri genitori, considerati parte attiva nel percorso di crescita dei propri figli, affinché “sentendosi coinvolti” abbiano compreso quanto sia importante apprendere all’aperto ed in natura, fuori dai ‘soliti’ setting educativi.

Personalmente, ho voluto cogliere questa Grande Opportunitá, affinché diventasse per ciascun bambino della mia classe, con limiti e potenzialità, con bisogni educativi speciali e talenti, un’importante Esperienza di vita all’aperto ed occasione di esprimersi al meglio, ispirati dalla Natura.

Alla fine di questa meravigliosa esperienza, per me non c’è stato riscontro più grande della riuscita di questo progetto se non la gioia che ho visto riflessa negli occhi dei miei bambini: da chi è venuta a cercarmi con entusiasmo per farmi scoprire la bacca profumata che aveva scovato tra i rovi, a chi con fiducia si è fatto bendare e guidare nel tunnel di bambù per attivare i sensi di “naso ed orecchie”, affidandosi ‘ciecamente’ al compagno-guida, da chi ha saltato di gioia, ballando sulle note della chitarra davanti al fuoco, a chi mi è venuta incontro alla fine di tutto, gridandomi “Grazie Maestra, per averci donato tutto questo!”

Sperimentazione del 1 dicembre 2021, Scuola Primaria di Roma // 2 classi: una seconda a tempo normale e una terza a tempo pieno

Silvia Desiato, Laura Ciambellotti

I presupposti teorici della sperimentazione

Sulla base degli insegnamenti della Forest School e della Scandinavian School e sulle proposte della prof.ssa Pallotta e del team dei relatori, nell’ambito del Corso di Perfezionamento, le docenti/corsiste hanno deciso di sperimentare in natura un processo di Outdoor Education con le loro rispettive classi, valutando con estrema cura ed attenzione ogni aspetto teorico/razionale, utile alla riuscita della sperimentazione stessa.

Le classi coinvolte saranno, infatti, una a tempo normale con 11 bambini e una classe a tempo pieno con 18 bambini. La scelta di proporre il processo a due classi con tempi scuola differenti ed al contempo con stili e tempi di apprendimento diversi nasce proprio dall’esigenza di valutare le possibili ricadute positive della sperimentazione sui bambini e sulle loro capacità di apprendimento a 360 gradi.

Gli alunni e le alunne della seconda e della terza elementare, se pur frequentanti lo stesso plesso, per questioni logistiche non si conoscono. Si è pensato, quindi, di realizzare a scuola attività ad hoc, propedeutiche alla sperimentazione stessa, per far in modo che si avviasse quel processo di integrazione e condivisione tra classi e docenti, funzionale alla riconnessione a pieno con la natura. Saranno coinvolte, infatti, nella sperimentazione anche le tre docenti di sostegno, non partecipanti al corso di perfezionamento, con le quali si è ritenuto importante condividere e sperimentare gli aspetti chiave del progetto.

Nella settimana antecedente la sperimentazione della scuola primaria al Crea, sono state organizzate attività ludiche in outdoor, nel giardino segreto scolastico, in condizioni meteo poco favorevoli, con pioggia e vento, ma grande partecipazione e gradimento da parte di tutti i bambini, che hanno deciso di dare anche un nome all’Albero Guardiano del Giardino, scelto sulla base di proposte votate democraticamente che hanno poi convenuto su “Corteccino”.

In quell’occasione sono stati proposti giochi sulla base degli insegnamenti della bioenergetica, per far sì che i bambini conoscessero i loro nomi, scambiassero le loro emozioni ed imparassero insieme parole e gesti della canzone di benvenuto in inglese, nata dai suggerimenti della prof.ssa Pallotta nell’ambito della Forest School e dalle rivisitazioni sul testo studiato ad hoc per il Crea Woods.

Una parte della fase di preparazione è stata dedicata anche all’apprendimento linguistico in inglese in peer tutoring di alcuni elementi della natura, per renderli più familiari ai bambini di seconda. Infine, si è introdotto anche il concetto fondamentale di ecosostenibilità, affinché i bambini imparino a conoscere la Natura, amarla e rispettarla ‘qui e ora’, ma anche e soprattutto nella loro vita adulta.

Alla giornata dell’1 dicembre 2021, insieme ai bambini, parteciperanno anche alcuni genitori, poiché si crede fortemente che la genitorialità sia parte integrante nel processo educativo del bambino (futuro cittadino del mondo, rispettoso della Terra in cui vive) e la loro presenza “sul campo” sia fondamentale per poter accogliere e comprendere a pieno la validità di tale progetto sperimentale (Cfr Proff. Chistolini e Villanova).

A tal proposito, i genitori saranno protagonisti attivi accanto ai bambini in alcune attività proposte, incaricati anche dell’importante fase di rendicontazione fotografica e video del processo in atto, affinché non siano solo osservatori esterni, unicamente giudicanti. A fine giornata, inoltre, verrà richiesto loro un feedback immediato sulla validità della progettazione con eventuali consigli e/o suggerimenti in merito. I genitori dei bambini che non parteciperanno direttamente a tale esperienza in outdoor avranno comunque la possibilità di esprimere il loro feedback attraverso gli occhi del proprio figlio/a in una video-intervista in cui sarà il bambino stesso a rispecchiare loro l’effettiva ricaduta della sperimentazione: avranno sotto gli occhi dei bambini “diversi”, perché sarà l’unicità dell’esperienza stessa ad averli arricchiti in qualche modo.

Titolo della sperimentazione: Diamo un SeNsO alla natura

Proposte del progetto condivise tra docenti/corsiste Silvia Desiato e Laura Ciambellotti, docenti di sostegno delle rispettive classi e corsiste Daria di Bernardo e Marianna Manca

9:30 / 10:00 Accoglienza dei bambini e dei genitori.

10:00 / 10:30 Merenda nel Bosco Sensoriale del Crea in “circle time” con Canzone di Benvenuto “Here We Go to Crea Woods” studiata ad hoc (Cfr Diana Pallotta); organizzazione 5 gruppi eterogenei (bambini, docente, genitore) e condivisione scelta del nome del proprio gruppo da parte dei bambini da trascrivere sul taccuino.

10:30 / 11:00Alla scoperta degli Odori e dei Suoni della Natura” con sperimentazione della Natura ed Attivazione dei 5 sensi con Raccolta del materiale naturale in una bag di cotone organico (Cfr Scandinavian School)

11:00 / 12:00Diamo un SeNsO alla Natura”: Ritrovo nell’area green del Bosco di Conifere e scelta da parte di ciascun gruppo degli “Odori e dei Suoni” da rappresentare. A turno, ciascun gruppo presenta suoni ed odori agli altri gruppi, che attraversano bendati, in fila indiana con il genitore in testa, il tunnel di canne di bambù. La scelta di “bendare gli occhi” è funzionale proprio a riattivare gli altri sensi dell’udito e dell’olfatto, ormai troppo poco sensibilizzati in una società come la nostra, “multiscreen”.

12:00 / 12:30 Sperimentazione libera del Crea affinché ciascun partecipante trovi la sua RiConnessione prima del Congedo.

12:30 / 13:00Io sono come un albero”: Falò e Danza finale attorno al fuoco sulle note della chitarra. Pranzo al sacco. Rientro. Documentazione video e fotografica a cura dei genitori.

Materiale ed equipaggiamento:
– 5 borse in cotone organico, una chitarra.
– Ciascun bambino: zainetto con un taccuino e una matita, mascherina di ricambio e piccolo foulard/sciarpetta, scarpe comode e impermeabili, giacca impermeabile con cappuccio. Eventuale cambio in caso di maltempo.

Richieste per il CREA
– Possibilità di usufruire dei servizi igienici per gli adulti e per i bambini/e.
– Possibilità di avere almeno una quarantina di tronchi nel Bosco sensoriale, valutando che siano gli stessi bambini a sistemarli ed a farli rotolare.
– Accensione del fuoco da parte del personale del CREA per il falò finale.

Sperimentazione con la Scuola Primaria di un Istituto Comprensivo di Latina, 1 dicembre 2021

Barbara Molinari, Chiara Quagliani 

Titolo dell’esperienza

The Friendly Tree

Scuola Primaria: classe seconda

Alunni/e: 15
Età bambini/e: 7-8 anni

Filo conduttore teorico dell’attività proposta

La sinergia di S.M.A.R.T. in modelli di Outdoor Education secondo l’approccio di Sandra Chistolini.

Risorse umane coinvolte

N° studentesse del Corso di Perfezionamento: 2 (dott.ssa Barbara Molinari, dott.ssa Chiara Quagliani).

N° personale docente ed educativo per le attività della mattina: 4.

N°/nomi di altre persone presenti coinvolte nel progetto S.M.A.R.T.:  1 – dottoranda Giorgia Macchiusi.

Totale adulti: 7
Genitori potranno assistere come osservatori e commentatori dell’esperienza.

Ruolo delle studentesse del Corso di Perfezionamento

– osservare;
– favorire la connessione del bambino/a con la natura attraverso domande-stimolo;
– documentare con foto e video, nel rispetto della privacy, l’esperienza in Outdoor Education dei bambini.

Ruolo delle docenti

– osservare;
– favorire la connessione del bambino/a con la natura attraverso domande-stimolo.

Ruolo dei genitori

– osservare;
– favorire la connessione del bambino/a con la natura attraverso domande stimolo;
– produrre un feedback in merito all’esperienza proposta.

Le ispirazioni per la nostra sperimentazione di Outdoor Education

Connessione con l’ambiente naturale e la sua armonia come suggerito dall’approccio della Forest School, del metodo Bishop e dalla Scandinavian School.

Apprendimento attivo e sperimentale della lingua inglese nella scuola, contributo di Diana Agnese Pallotta.

Outdoor Education nel Regno Unito secondo l’approccio di Daniela Mangione.

La filosofia per bambini come spazio di educazione morale nella scuola di Giovanni Cogliandro.

Educazione al movimento all’aperto: corpo e movimento tra avventura e la percezione del rischio nella scuola secondo i suggerimenti del professor Daniele Coco.

Introduzione all’esperienza secondo i principi della sperimentazione

Le attività proposte terranno in considerazione il bambino come essere pensante ed operante nella sua globalità. L’approccio in Outdoor Education è mirato a far emergere tutte le modalità di comunicazione attraverso le quali ogni bambino vorrà esprimersi. A far fiorire nuovi pensieri, emozioni, sentimenti, riflessioni che si paleseranno in una stupenda spontaneità.

 

Programma della mattinata

Ore 8:15 Arrivo nella scuola delle studentesse del corso di perfezionamento, degli alunni e delle docenti in servizio nella classe.

8:15 / 8:30 Accoglienza – I bambini verranno accolti e informati dell’esperienza in Outdoor Education che svolgeranno durante la mattinata.

8:30 / 9:00 Cerchio delle emozioni in giardino. Ogni bambino esprimerà il suo stato d’animo stando seduto a terra con i piedi incrociati in contatto con la natura, saranno invitati a farlo anche gli adulti coinvolti nell’esperienza.

9:00 / 9:30 Riflessioni/Metacognizione. Riflessione sull’importanza e la bellezza della Natura circostante in particolare si farà la osservazione dell’Amico Albero. Abbraccio del maestoso pino della scuola….

9:30 / 10:00 Cantando in Natura. Passeggiata nel prato del plesso intonando tutti in coro la canzone: The Rain from the Leaves

The rain from the leaves
goes drip, drip, drip,
drip, drip, drip,
drip, drip, drip.

 

The rain from the leaves
goes drip, drip, drip,
drip, drip all day long.

The birds in the trees
go tweet, tweet, tweet,
tweet, tweet, tweet,
tweet, tweet, tweet.

 

The birds in the trees
go tweet, tweet, tweet,
tweet tweet all day long.

10:00 / 10:30 Arte espressiva green. Ogni bambino viene invitato ad esplorare il territorio raccogliendo i tesori della Natura. Successivamente gli alunni verranno disposti in 3 gruppi e realizzeranno tre opere d’arte green con i materiali reperiti nell’esplorazione, liberando la loro creatività nello spazio mondo.

10:30 / 11:15 Degustazione dei frutti degli amici alberi. Momento di ricreazione con degustazione di frutta di stagione e pane con marmellata o con olio extra vergine di oliva a piacimento per deliziare i cinque sensi e assaporare la bontà dei prodotti della Natura.

11.15 Termine della sperimentazione in Outdoor Education

Diamo un senso alla Natura: Sperimentazione del 1 dicembre 2021 con due classi della Scuola Primaria

Daria di Bernardo, Marianna Manca

Per contribuire con le nostre colleghe del Corso di Perfezionamento e maestre alla creazione del programma della sperimentazione dal titolo Diamo un senso alla Natura, abbiamo messo in campo il nostro Sapere e Saper Fare teatrale che mette insieme più approcci di pedagogia teatrale e dell’espressione, tutte nell’alveo del cosiddetto Teatro Fisico: teatro sensoriale e teatro in Natura, in particolare.

Questi strumenti di pedagogia teatrale e dell’espressione li abbiamo fatti interagire inoltre con la Bioenergetica di Alexander Lowen alla quale io, Daria di Bernardo, sono personalmente formata, diplomata e certificata in qualità di Counselor Professionista presso la SIAB, Società Italiana di Analisi Bioenergetica.

Il corpo sa molto più di quello che crediamo”, afferma Enrique Vargas regista e antropologo colombiano, padre del Teatro de Los Sentidos, la cui poetica teatrale influenza enormemente la produzione scenica internazionale contemporanea.

Vargas parla di “teatro di esperienza” fondato su una pratica che mette insieme il linguaggio dei sensi con la poetica del gioco, del mito e della creatività. Ogni volta che uno spettatore partecipa a uno spettacolo deve uscirne cambiato, nel corpo e nell’anima, e questo lo si può ottenere trasportandolo e immergendolo interamente in un mondo parallelo, fatto di fiabe, sogni e gioco.

Il Teatro Sensoriale crea esperienze per potenziare una partecipazione creativa che permetta allo spettatore di esplorare in modo giocoso i propri labirinti interiori nei quali si custodisce la storia di ognuno. In tal senso, ci è sembrato interessante e promettente nell’ottica della pedagogia outdoor creare uno spazio sensoriale in natura. I bambini viaggiatori bendati avrebbero potuto esplorare l’ambiente naturale, abbandonando il dominio della vista tipico della nostra contemporaneità.

Accompagnati dai genitori, assegnati uno per gruppo, i bambini avrebbero potuto accedere, come sostenuto da Vargas, alla chiaroveggenza archetipica e istintuale dei loro sensi, amplificando il portato dell’esplorazione libera fatta in natura. A tal fine, l’attività proposta sarebbe stata quella della “caccia agli odori e ai suoni della natura”.

Il radicamento nei sensi è la base per avere una connessione autentica con l’altro da sé, sia che questo sia persona, sia che sia albero. Difatti, è indiscutibile che la dimensione sensoriale permetta una relazione e un recupero della relazione con la Natura per i bambini di oggi che vivono, come sostenuto da diversi autori quali ad esempio Richard Louv e Geoffrey Bishop, un acuto Nature Deficit Disorder.

Il Teatro Sensoriale crea esperienze per potenziare una partecipazione creativa che permetta allo spettatore di esplorare in modo giocoso i propri labirinti interiori…

La Bioenergetica di Alexander Lowen è l’altro degli strumenti principali al quale abbiamo attinto per creare la nostra proposta per i bimbi delle elementari. La Bioenergetica è una pratica psico-corporea per la promozione del Benessere della persona il cui padre fondatore è stato il medico, psichiatra e psicoterapeuta statunitense Alexander Lowen, a partire dagli anni Trenta.

La Bioenergetica si fonda su una visione dell’essere umano inteso nella sua globalità come organismo psicosomatico unitario attraversato da processi, flussi, energetici. I processi energetici influenzano e determinano ciò che accade nel corpo quanto nella mente. La Bioenergetica può essere definita un modo di comprendere la personalità in termini energetici che associa il lavoro sul corpo a quello sulla mente per aiutare le persone a risolvere i propri problemi esistenziali, relazionali, comunicativi e a realizzare al meglio le proprie capacità di provare piacere e gioia di vivere.

Il corpo è vibrante, ha la sua intelligenza, ha la sua memoria e una voce chiara e argentina che racconta nei gesti, nelle posture senza mai mentire la storia dell’Io, nelle sue componenti tanto consce quanto inconsce. Come dice Lowen, “la mente mente, il corpo non mente mai!” e il corpo sente, reagisce, sta bene o si affatica, piange, si dispera o guarda felice un tramonto, si tuffa nel mare divertito o attraversa un bosco curioso e attento.

Corpo e Natura

Abbiamo scelto di mettere al centro della nostra proposta di sperimentazione il Corpo come strumento di recupero di una relazione con la Natura, o meglio, abbiamo proposto un gioco come strumento didattico che favorisse il rimettersi in ascolto del corpo attraverso il naso con la “caccia agli odori e ai suoni della natura”. Una fase iniziale che ha significato esser guidati dall’olfatto e dall’udito, ma anche dalla vista, dal tatto, quindi da tutti i sensi tranne, per ovvie ragioni, dal gusto.

La nostra proposta ha inteso attivare consciamente nei bambini i due sensi dell’udito e dell’olfatto. Il secondo, l’olfatto, per quanto antichissimo, è quello oggi meno impiegato dall’essere umano. Inoltre, questa attività svolta in piccoli gruppi rende possibile un momento fortemente relazionale nel quale i maestri e gli educatori hanno l’occasione di accogliere ciò che i bambini manifestano: interesse, voglia di condivisione, entusiasmo, ma anche eventualmente il disagio, permettendo di mettere i rapporti umani maestri/insegnanti e genitori, genitori/figli, maestri/alunni al centro dell’azione pedagogica.

Il Corpo può essere la guida del nostro ritessere il rapporto con la Natura ormai ahinoi sempre più alienato. Dove c’è Corpo, c’è Relazione tra esseri umani. E dove c’è Relazione, c’è Comunicazione. Per questo, prima di avviare le due attività della “Caccia al tesoro di odori e suoni” e del “Passaggio nel tunnel di bambù con attraversamento del paesaggio olfattivo e uditivo della natura”, si è prevista una piccola sessione di gioco corporeo e motorio per la costruzione del gruppo e la generazione del buon umore diffuso tra tutti i partecipanti: bambini, genitori, maestri, educatori, osservatori. Questa la filosofia pedagogica e gli strumenti educativi messi in atto.

L’attività iniziale della costruzione del gruppo attraverso giochi motori ed emotivi è stata molto efficace per far sì che tutte le figure educative, più o meno già conosciute dai bambini, potessero essere accolte in maniera spontanea e armonica. La suddivisione in piccoli gruppi per l’attività di “caccia ai suoni e agli odori” doveva risultare funzionale anche con educatrici incontrate dalla classe quel giorno per la prima volta.

I bambini hanno manifestato un entusiasmo incredibile nell’andare a scoprire il luogo alla ricerca di odori e suoni che si trovavano intorno a loro. La consegna legata poi a una seconda fase espressiva costruita da loro – cioè quella di creare un paesaggio sonoro e olfattivo per l’attraversamento degli altri gruppi nel tunnel di bambù – ha motivato e fatto da collante all’interno del gruppo, facilitando i rapporti interpersonali. La qualità della comunicazione nel gruppo è stata ottima.

Nel gruppo di Daria di Bernardo un bambino con una forma grave di disturbo di apprendimento è stato partecipe durante l’attività di ricerca di suoni e odori con l’aiuto prezioso anche dell’insegnante di sostegno. Così pure i bambini indicati dai maestri come più ribelli e irrequieti sono stati coinvolti nell’attività entusiasmandosi in particolare per alcune scoperte collaterali come quella di aver trovato alcune ossa di cinghiale. Accadimento questo che ha fatto sentire i bambini dei veri esploratori. In tal modo, sono stati raggiunti gli obiettivi pedagogici della sperimentazione riassumibili nella creazione delle condizioni di stimolo della relazione con la natura, nella promozione dell’entusiasmo, nella attivazione della meraviglia e della scoperta del mondo che ci circonda.

La creazione collettiva in sottogruppi che dovevano reagire al paesaggio di profumi e suoni della natura presentati dai compagni degli altri gruppi ha generato un’autentica collaborazione tra tutti i bimbi e ha fatto emergere la naturale voglia di condivisione con gli altri delle proprie scoperte come tratto tipico dei bambini e delle bambine.

La piccola esperienza di teatro sensoriale in natura dell’attraversamento dei paesaggi uditivi e olfattivi sotto il tunnel di bambù ha nutrito la meraviglia dei bambini e dei genitori presenti alla sperimentazione. Mamme e papà hanno espresso nelle interviste il loro stupore e hanno manifestato l’apprezzamento delle esperienze sensoriali, espressive e creative proposte.

A suggellare il successo di questa attività ci piace riportare la reazione spontanea dei bambini. In particolare, quella di Giorgia che uscendo dal tunnel è corsa incontro alla sua maestra e con uno slancio pieno di entusiasmo, di meraviglia e autentico amore le ha detto: “Grazie maestra per questa esperienza bellissima!”.

Possiamo ben testimoniare che un’alleanza tra differenti professionalità e strumenti arricchisce l’azione pedagogica, aumentandone l’efficacia, e sostiene gli insegnanti nel loro impegno.

La sperimentazione si è conclusa con l’accensione del fuoco, del pranzo in cerchio attorno al fuoco e del canto con accompagnamento dal vivo della chitarra di Marianna Manca che ha intonato la canzone “Io sono come un albero”. Si è voluto così suggellare l’esperienza riportando a sé, per ciascun bambino, la connessione con la natura, in modo che ciascuno potesse imprimere nella memoria corporea e nella mente il significato che essa stava significando sul piano individuale.

Per rendere ancor più efficace l’atto di “incorporare l’esperienza” si sono associati al canto alcuni movimenti significativi che, in una ottica Bioenergetica, rinviassero al radicamento, come la posizione di Grounding, dell’abbandonarsi al corpo e mettere a tacere anche solo per un attimo il pensiero/la mente, della posizione del Bend Over, dello stretching della colonna vertebrale verso l’alto, 10 salti con braccia in alto per stimolare – come dimostrato dalle neuroscienze attraverso un aumento dell’ormone della dopamina – la gioia e concludere con questa emozione la nostra sperimentazione insieme. Citiamo a questo proposito gli studi sull’intelligenza emotiva e sull’allenamento emotivo come quelli di I. Filiozzat.

Alla fine di queste attività è emersa un’altra immagine che suggella il senso della sperimentazione oltre ad assicurare l’evidenza della sua efficacia. L’immagine del bambino che alla fine della mattinata è rimasto ormai quasi da solo accanto al cerchio del fuoco, continuando a mangiare, saltare e canticchiare, dando una vera dimostrazione corporea e fisica di gioia.

Come gruppo di maestri, operatori di associazioni attive nel settore della formazione outdoor, teatrale e di pedagogia dell’espressione, la nostra felicità risuona con quella di questi bambini. Abbiamo citato pochi casi per brevità e per accennare ad una piccola ricognizione della varietà dei bambini che hanno partecipato. Possiamo ben testimoniare che un’alleanza tra differenti professionalità e strumenti arricchisce l’azione pedagogica, aumentandone l’efficacia, e sostiene gli insegnanti nel loro impegno.

In tal senso, sono necessari percorsi formativi che facciano emergere un senso forte del gruppo tra differenti attori attivi nell’ambito educativo. Si potranno così gettare fondamenta solide per una ‘comunità educante’ promotrice del cambiamento di paradigma quale è quello oggi ampiamente auspicato.

Relazione sulla sperimentazione in Outdoor Education del 1 dicembre 2021 presso il CREA con le classi seconda e terza della Scuola Primaria di Roma

Laura Ciambellotti

Sono una docente della classe IIIB e ho voluto fortemente far partecipare la mia classe a questa sperimentazione proprio per poterne vedere i benefici in alunni che conosco da tre anni. Sono stata felice di condividere questa esperienza con la collega Desiato, docente di una classe seconda del mio stesso istituto.

Questa sperimentazione ci ha impegnato parecchio, non solo dal punto di vista logistico (autorizzazioni, organizzazione dei pullman e dei pranzi al sacco, riunioni con i genitori), ma anche e soprattutto dal punto di vista della programmazione. Abbiamo voluto infatti iniziare le prime attività a scuola, approfittando del nostro giardino: giochi per conoscersi, per apprendere le canzoni, per motivare i gruppi a stare insieme, a condividere e all’approccio con la natura.

La programmazione delle attività della giornata del 1 dicembre è stata svolta insieme a due corsiste del Corso di Perfezionamento di Roma Tre sull’Outdoor Education, Daria di Bernardo e Marianna Manca, e alle insegnanti di sostegno che ci hanno accompagnato nell’uscita, durante una riunione online di due ore e successivamente un’altra ora con la professoressa Chistolini. Ci sono stati ulteriori aggiustamenti e limature costanti prima dell’effettiva giornata di sperimentazione.

Sicuramente però il momento più impegnativo è stato durante le attività stesse della giornata di sperimentazione Outdoor: la mattinata si è svolta senza impedimenti, sebbene con qualche momento di pioggia e con grande soddisfazione da parte dei bambini, dei genitori invitati a partecipare e degli altri adulti presenti. Ecco un breve sunto delle attività della giornata:

ore 9 si sale sul pullman
ore 9,30 arrivo al CREA
ore 9,45 riunione sotto gli alberi, gioco di gruppo, canzone e merenda
ore 10,15 momento libero
ore 10,30 formazione dei gruppi e ricerca del materiale naturale che aveva un buon/cattivo odore
ore 11,15 ritrovo dei gruppi per disporre il materiale trovato
ore 11,30 esperienze olfattive e uditive dei 5 gruppi nel tunnel di bambù
ore 12,15 pranzo intorno al falò
ore 12,30 momento libero
ore 13 rientro in pullman

Condividere con i miei alunni questa esperienza è stato sicuramente molto positivo, essere in mezzo a loro impegnata in attività con loro è stato sicuramente molto bello, poiché la condivisione delle esperienze ci ha avvicinato ulteriormente. La difficoltà principale è stata proprio quella di avere la doppia funzione: condividere ma anche supervisionare, controllare in modo che tutto si svolgesse in assoluta sicurezza.

La scelta di formare piccoli gruppi gli alunni capeggiati da uno o due adulti è stata vincente (ci sarebbe piaciuto creare dei gruppi misti con alunni di seconda e di terza, ma abbiamo preferito mantenere le due classi divise proprio per la situazione pandemica che stiamo vivendo). Questa modalità ci ha permesso di avere un controllo maggiore dei bambini e poter vivere con più serenità l’esperienza.

È importante però sottolineare che ciò è stato possibile grazie all’intervento delle colleghe corsiste. Nella scuola pubblica il rapporto adulti/bambini è di 1 a 15. Presenti al CREA, invece, c’erano 2 docenti di classe, 3 docenti di sostegno, 5 genitori, 4 corsiste oltre ai conduttori del corso e del parco. Con solo due docenti sarebbe stato decisamente più complicato.

I feedback dei bambini e dei genitori sono stati tutti positivi e questo mi ha sicuramente rinfrancato dell’impegno profuso in questa sperimentazione.

VALENTINA CARDELLA E ALTRI AUTORI

Sperimentazione Outdoor Education in età 11-13 anni Scuola Media

Relazione sulla sperimentazione della Scuola Secondaria di I Grado, 12 gennaio 2022

Valentina Cardella

Mercoledì 12 gennaio 2022 le studentesse e gli studenti della classe seconda della Scuola Secondaria di I Grado di Roma hanno partecipato alla sperimentazione del Corso di Perfezionamento «Muoversi con l’infanzia dal Fondo Pizzigoni allo spazio mondo tra creatività ed avventura».

Dopo una valutazione del territorio circostante, la sperimentazione è stata organizzata presso il Parco Giancarlo Sbragia in via Tiberio Imperatore 146, detto anche dagli abitanti del quartiere «Parco FAO». Il Parco si trova nel Quartiere San Paolo, sito nel Municipio VIII, vicino alla scuola. È frequentato da molti bambini e studenti dell’Istituto, dai loro genitori e anche dagli insegnanti. Dalla scuola il Parco dista circa 1,1 km e questo poteva rendere la sperimentazione facilmente fruibile.

Prima della sperimentazione gli studenti erano a conoscenza del fatto che avrebbero partecipato ad un’uscita didattica con la Preside e i loro insegnanti. Il giorno precedente mi sono recata in classe, ho ricordato agli studenti «il nostro appuntamento» e ho consegnato a ciascuno un avviso contenente indicazioni sul materiale necessario (quaderno e penna per prendere appunti, zainetto, merenda e acqua) e sull’equipaggiamento (vestirsi comodi con tuta e scarpe da ginnastica e coprirsi bene).

Alla sperimentazione erano presenti 18 studenti su 24 accompagnati dalla scrivente, da due insegnanti della classe e dalla corsista Adriana C. Il percorso dalla scuola al Parco è stato occasione di osservare il quartiere e il territorio che circonda la Scuola. All’ingresso del Parco ci attendeva la Prof.ssa Chistolini, il Dott. Pignatti e alcune corsiste. Gli studenti hanno anche ricevuto la maglietta del corso.

Gli studenti sono stati portati all’ingresso del parco. A ciascuno degli studenti è stata data una scheda predisposta dal Dott. Pignatti in cui dovevano esprimere, per ogni emozione scritta, una valutazione: la domanda guida fatta agli studenti per guidarli nella compilazione è stata «quali emozioni stai provando?». La stessa scheda è stata riproposta alla fine della sperimentazione.

Successivamente è stato chiesto agli studenti di osservare l’ambiente circostante, ovvero quello che vedevano fuori dal parco e di prendere coscienza su ciò che sentono, vedono, odorano, anche attraverso domande guida come «Cosa sentiamo?». È stato chiesto loro di chiudere gli occhi e con i cinque sensi percepire l’ambiente. Gli studenti hanno riferito di aver sentito i rumori provenienti dalle automobili, le voci delle persone, il vento e il rumore delle foglie. Una volta aperti gli occhi sono stati invitati ad osservare con la vista gli elementi che circondavano il Parco: le strade, gli edifici, le automobili ed altro.

Gli studenti sono stati portati all’interno del Parco. Durante l’esplorazione sono stati invitati a osservare l’ambiente circostante e a prendere coscienza su ciò che sentivano, vedevano e odoravano. Gli studenti hanno riferito di aver sentito i rumori provenienti dal vento e dal muoversi delle foglie e delle chiome degli alberi.

Con la collaborazione del Dott. Pignatti abbiamo discusso con gli studenti sulle differenze osservate tra i due posti (l’esterno e l’interno) e sulle sensazioni provate. Ci siamo fermati accanto agli alberi, li abbiamo osservati e abbiamo descritto le caratteristiche principali; il Dott. Pignatti ha invitato gli studenti a raccogliere le ghiande e a osservare le differenze. Le ghiande raccolte appartenevano a specie diverse. Il Dott. Pignatti ha spiegato come piantare le ghiande raccolte.

Durante l’esplorazione il Dott. Pignatti si è fermato davanti al monumento di un tronco fossile. Ha raccontato la storia della quercia e del suo ritrovamento e il motivo per cui era stata deposta presso il Parco. Questo ha dato modo di affrontare con gli studenti vari argomenti interdisciplinari: Storia, Geografia, Scienze. Abbiamo parlato dei Partigiani, della storia della FAO e delle guerre mondiali, degli alberi monumentali e il Dott. Pignatti ha raccontato anche un aneddoto familiare.

L’obiettivo del gioco era quello di lavorare sulla relazione e la comunicazione, incentivare il senso del gruppo e proporre l’esperienza di una sana competizione.

Su proposta della corsista Daria, abbiamo coinvolto gli studenti in un gioco bioenergetico; gli studenti sono stati divisi in tre gruppi da sei e per ogni gruppo si è aggiunto un adulto. Ci siamo disposti in tre file parallele e di fronte a ciascuna fila c’era una delle corsiste. La corsista di fronte a ciascuna fila lanciava al primo della fila un bastoncino dicendo : «Via!» e il ricevente diceva «Mia!» e preso il bastoncino doveva correre seguendo un percorso intorno agli alberi condiviso prima del gioco. Quando si ritornava al proprio posto si lanciava il bastoncino alla corsista di ciascuna squadra dicendo «Via» mentre la corsista rispondeva «Mia». La staffetta terminava quando l’ultimo di ciascuna fila avesse terminato il percorso. Il gioco è stato ripetuto due volte.

L’obiettivo del gioco era quello di lavorare sulla relazione e la comunicazione, incentivare il senso del gruppo e proporre l’esperienza di una sana competizione. Gli adulti si sono proposti come modelli e come partecipanti al gioco. Questa dinamica è stata importante per gli studenti per mostrare loro il coinvolgimento e la condivisione di esperienze.

Le studentesse e gli studenti hanno fatto merenda e si sono radunati per riposarsi e giocare liberamente. Ho notato come spesso in classe gli studenti di tutti gli ordini di scuola chiedano insistentemente che arrivi l’ora della ricreazione, mentre invece durante la sperimentazione gli studenti della 2 L erano entusiasti di esplorare l’ambiente e di partecipare al gioco bioenergetico tanto da aver iniziato la loro consueta «ricreazione» un’ora dopo.

L’albero più grande del parco e del mondo

Condurre il bambino verso la conoscenza della vita e della natura mediante il Metodo Sperimentale è il nucleo intorno al quale si sviluppa e si alimenta la concezione educativa di Giuseppina Pizzigoni. Infatti, portare il bambino a osservare, a toccare, a provare, a verificare i fatti che accadono in natura, significa educarlo in senso completo e concreto. Tutti gli aspetti della personalità infantile vengono valorizzati. Questa è proprio quella famosa coscienza e qui troviamo quella sensibilità ecologica che la pedagogista Giuseppina Pizzigoni identificava con l’educazione integrale per meglio porsi in rapporto con la realtà circostante.

Gli studenti sono apparsi subito entusiasti e motivati dell’attività proposta. Dopo la spiegazione del Dott. Pignatti, hanno svolto la consegna in autonomia, misurando un certo numero di alberi e confrontandoli con le misure dell’albero più grande del parco e del mondo.

Al termine di tutte le attività ci siamo confrontati con gli studenti sulle esperienze effettuate. Gli studenti sono stati invitati a compilare nuovamente la scheda delle «emozioni». Gli studenti sono apparsi felici e divertiti dell’esperienza fatta. Ci siamo poi riuniti in cerchio e, accompagnati da Marianna e dalla sua chitarra, abbiamo cantato la canzone di Bob Dylan “Blowin’ in the Wind». L’obiettivo era quello di far vivere ai ragazzi un momento emotivamente coinvolgente, di farli partecipare attivamente e di veicolare, attraverso la canzone, i contenuti dell’esperienza di Outdoor Education appena fatta insieme.

Dalle interviste effettuate, dall’osservazione diretta delle attività e dai risultati delle schede sulle emozioni si può concludere che l’esperienza di Outdoor Education del 12 gennaio sia stata valutata positivamente dai partecipanti alla giornata, sia adulti che alunni, quantomeno in termini di benefici sullo stato dell’umore.

Quaderni di Pedagogia Digitale // Fondo Pizzigoni // Quaderni FISR 2000 / S.M.A.R.T. // Outdoor Education: Palermo Monte Schiavo

Sperimentazione del 12 gennaio 2022 al Parco Giancarlo Sbragia. Seconda classe della Scuola Secondaria di I Grado

Adriana Catarinella

Il giorno 12 gennaio 2022 si è svolta la sperimentazione per una classe seconda della Scuola Secondaria di I grado di Roma. A causa della zona gialla per il Lazio e della non opportunità di utilizzare il pullman, si è spostata la sperimentazione in un Parco vicino alla scuola e, pertanto, raggiungibile a piedi. Questo a dimostrazione che l’Outdoor Education, proprio in questo momento di pandemia, può e deve essere favorita nella scuola, anche seguendo le indicazioni ministeriali che invitano caldamente a utilizzare per la didattica spazi aperti.

La classe scelta è formata da 24 alunni. Di questi, 19 sono presenti alla sperimentazione guidati dai docenti di classe di italiano e matematica che hanno supportato e partecipato attivamente a quanto proposto dal Dottor Giuseppe Pignatti, il quale ha saputo spiegare ai ragazzi specifici temi scientifici, interessandoli e coinvolgendoli. Le attività proposte sono risultate gradite agli studenti, che hanno partecipato con entusiasmo e rispetto dei docenti e delle regole di convivenza civile.

Il dottor Pignatti ha spiegato la storia del Parco e fatto vedere un albero fossile presente all’interno dell’area. I ragazzi hanno giocato insieme e poi si sono dedicati alla conoscenza di alcune piante del posto e ad un’attività di misurazione degli alberi.

Il cerchio finale, con l’accompagnamento della chitarra della corsista Marianna Manca ha concluso una bella giornata di sperimentazione che ha permesso ai ragazzi di camminare insieme per raggiungere il luogo, fruire in modo diverso di un Parco della zona, apprendere contenuti in un modo diverso da quello possibile all’interno di una classe. Si è inoltre creata una maggiore coesione tra i ragazzi e anche tra studenti e docenti, sviluppando e alimentando la concezione educativa di Giuseppina Pizzigoni.

Infatti, portare il bambino a osservare, a toccare, a provare, a verificare i fatti che accadono in natura, significa educarlo in senso completo e concreto. Tutti gli aspetti della personalità infantile vengono valorizzati. Questa è proprio quella famosa coscienza e qui troviamo quella sensibilità ecologica che la pedagogista Giuseppina Pizzigoni identificava con l’educazione integrale per meglio porsi in rapporto con la realtà circostante.

Quaderni di Pedagogia Digitale // Fondo Pizzigoni // Quaderni FISR 2000 / S.M.A.R.T. // Outdoor Education: Palermo Monte Schiavo
Quaderni di Pedagogia Digitale // Fondo Pizzigoni // Quaderni FISR 2000 / S.M.A.R.T. // Outdoor Education: Palermo Monte Schiavo
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Quaderni di Pedagogia Digitale // Fondo Pizzigoni // Quaderni FISR 2000 / S.M.A.R.T. // Outdoor Education: Palermo Monte Schiavo

Sperimentazione del 12 gennaio 2022 al Parco Giancarlo Sbragia detto anche Parco “FAO”. Seconda classe Scuola Secondaria di I Grado

Valentina Cardella

Premessa

Sulla base degli insegnamenti e delle competenze apprese durante il Corso di Perfezionamento e sulle proposte della prof.ssa Chistolini, del Dott. Pignatti e del team dei relatori, nell’ambito del Corso, la corsista, dirigente scolastico, Valentina Cardella ha deciso di sperimentare in natura un processo di Outdoor Education, valutando con estrema cura ed attenzione ogni aspetto teorico/razionale, utile alla riuscita della sperimentazione stessa.

La classe coinvolta è una seconda, appartenente alla secondaria di I grado, frequentata da 24 alunni. La classe si presenta come eterogenea e caratterizzata da “interculturalità: sono presenti studenti stranieri di prima e seconda generazione e studenti di etnia rom. La particolarità di questa esperienza sta nel fatto che la corsista non è una docente della classe, ma la Dirigente scolastica.

Dopo attenta riflessione e valutazione, la corsista aveva già deciso di non anticipare nulla dell’esperienza del Crea agli studenti per creare un’emozione di attesa e aspettativa nei confronti dell’esperienza. Analogamente non ha anticipato nulla dell’esperienza e della programmazione stabilita, ma ha solo comunicato il cambio di destinazione.

Nonostante si creda fortemente come educatore nella partecipazione attiva dei genitori, poiché si crede fortemente che la genitorialità sia parte integrante nel processo educativo del bambino e la condivisione sia fondamentale per poter accogliere e comprendere a pieno la validità di tale progetto sperimentale (Cfr Proff. Chistolini e Villanova), la corsista ha deciso, dopo attenta riflessione e valutazione, considerata l’emergenza sanitaria e l’alto numero di contagi dell’ultimo periodo, di non far partecipare i genitori.

Programma

Titolo della sperimentazione: Outdoor in città- Alla scoperta del Parco FAO – Proposta del progetto riformulata dalla corsista Valentina Cardella con il supporto della Professoressa Chistolini e del Dott. Pignatti a seguito di annullamento sperimentazione al Crea a causa del divieto in zona gialla di uscite didattiche in pullman come da Piano Scuola 2021/22 del Miur.

9:00 / 9:15 Accoglienza in classe delle studentesse e degli studenti della 2 L da parte della corsista Valentina Cardella.

9:30 (arrivo alle 9:50 circa) Partenza dal plesso scolastico. Percorso a piedi fino al Parco (vedi mappa)

10:00 Accoglienza al Parco. Incontro con la Prof.ssa Chistolini, il Dott. Pignatti e le altre corsiste.

10:00 / 11:00 Esperienza sensoriale. Gli alunni verranno portati in due posti vicini, uno senza alberi ed uno con alberi (nel parco). Qui si inviterà loro a prendere coscienza su ciò che sentono, vedono, odorano. Si discuteranno quindi le differenze osservate tra i due posti e sulle sensazioni provate. Eventuale organizzazione in 5 gruppi eterogenei e condivisione scelta del nome del proprio gruppo da parte degli studenti da trascrivere sul quaderno.

11:00 / 11:15 Pausa nel parco (merenda)

11:15 / 12:30 Misuriamo la foresta urbana. Nel parco gli alunni saranno divisi in 4-5 gruppi. Ogni gruppo dovrà misurare un certo numero di alberi e confrontare l’albero più grande con le misure dell’albero più grande del parco e del mondo.

12:30 / 13:00 Discussione e valutazione dei risultati della giornata.

13:00 Rientro a scuola

Preparazione alla sperimentazione
Documentazione video e fotografica
Materiale ed equipaggiamento (avviso agli studenti consegnato precedentemente)

Avviso per l’uscita didattica del 12 gennaio 2022
– abbigliamento comodo (tuta e scarpe da ginnastica);
– coprirsi bene (sciarpa, cappellino e maglione);
– portare un piccolo zainetto con kway o ombrello per eventuali piogge
– portare due merende, bottiglietta d’acqua, quadernino per prendere appunti, penna e matita;
– indossare la mascherina chirurgica.

// VIDEO: SPERIMENTAZIONE OUTDOOR 11-13 ANNI

Valentina Cardella sulla sperimentazione in Outdoor Education del 12 gennaio 2022 con studenti dagli 11 ai 13 anni

Quaderni di Pedagogia Digitale // Fondo Pizzigoni // Quaderni FISR 2000 / S.M.A.R.T. // Outdoor Education: Arrampicata alberi Fregene

Lo sviluppo sostenibile nell’ambiente di apprendimento stile Giuseppina Pizzigoni

Sandra Chistolini

Le quattro grandi sperimentazioni, condotte da ottobre 2021 a gennaio 2022 con frequenza mensile nel quadro del Corso di Perfezionamento, hanno avuto lo scopo di seguire il percorso di Outdoor Education dall’infanzia alla preadolescenza, rivolgendosi a bambini e ragazzi in età compresa tra i 2 e i 13 anni.

Abbiamo esteso la formazione alle insegnanti e ai genitori ben comprendendo come un cambiamento così profondo del modo di far lezione richiedesse la partecipazione della scuola e della famiglia, unite in una stretta alleanza. In primo luogo, era necessario promuovere nelle educatrici e nei docenti il desiderio di far parte del nostro Progetto innovativo, contenente la proposta virtuosa di contrapporre all’isolamento dovuto alla pandemia, la ricostruzione della comunità educante.

In secondo luogo, era indispensabile creare la rete di relazioni territoriali che sostenesse la nuova formazione, dall’Università alle Scuole, dai Municipi alle Associazioni. Fare rete è un atto creativo che assolve al compito etico di rispondere ai bisogni di sviluppo di tutti, di piccoli e grandi, garantendo situazioni sostenibili di apprendimento e di insegnamento.

L’emergenza epidemiologica ha messo a dura prova l’istruzione allontanandoci dal raggiungimento dell’obiettivo 4 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Nello specifico, il goal di riferimento parla di educazione di qualità, equa ed inclusiva, cita le opportunità di apprendimento per tutti.

Tra i traguardi elencati figura proprio quello della costruzione e del potenziamento delle strutture dell’istruzione, da rendere sensibili alle esigenze dell’infanzia, ai bisogni in caso di disabilità, alla parità di genere. Il cuore del tema sta nella predisposizione di ambienti di apprendimento, sempre e per tutti, sicuri, non violenti e inclusivi.

L’ambiente di apprendimento

L’ambiente di apprendimento è un tema pedagogico fondamentale nella pedagogia di Giuseppina Pizzigoni e nell’Outdoor Education, e spesso richiede una programmazione pensata con un continuo equilibrio tra rispetto della regola e possibilità di movimento in piena libertà.

Ripensare l’istruzione

La pandemia trattata con il Metodo Sperimentale Pizzigoni invita a pensare di nuovo, a riproporre l’istruzione adeguando le strutture educative e formative alla ricerca curiosa dei bambini, alla sete di conoscenza dei preadolescenti, al postulato classico della produzione delle idee. I modelli tradizionali chiusi, ingessati e, talvolta, obsoleti vanno capovolti ripartendo proprio dai protagonisti e riferendosi alla realtà.

FISR 2020

Le scuole della sperimentazione FISR 2020 si sono impegnate nella ricerca di un modello scientifico di educazione all’aperto e lo hanno prodotto rispondendo pienamente alla sfida. La positività dell’educazione all’aperto è un punto fermo nella pedagogia italiana riconosciuto da oltre un secolo di scuola fuori della classe. Ci potrebbero essere delle posizioni diverse sulla durata dell’esposizione dei bambini al contatto con la natura, ma è difficile trovare opposizione all’incoraggiamento di quell’impatto educativo che deriva dalla sollecitazione di tutti i sensi e di tutte le facoltà dell’essere umano nel momento in cui vive in un ambiente naturale.

Corso di Perfezionamento

Muoversi con l’infanzia dal Fondo Pizzigoni allo Spazio Mondo tra creatività ed avventura  // Università degli Studi Roma Tre, Dipartimento di Scienze della Formazione // Link a Corso di Perfezionamento

FISR 2020

Fondo Integrativo Speciale per la Ricerca, Ministero dell’Istruzione e della Ricerca // Link a sito ufficiale FISR

S.M.A.R.T.

Scuola Mondo tra Ambiente, Responsabilità e Territorio: l’Alleanza che “si cura” della persona

CORSO PERFEZIONAMENTO FISR 2020 / S.M.A.R.T.  //  RISORSE

La bibliografia di riferimento per le lezioni e le attività in outdoor del Corso di Perfezionamento Muoversi con l’infanzia dal Fondo Pizzigoni allo Spazio Mondo tra creatività ed avventura  // FISR 2020 / S.M.A.R.T. 

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FISR04 // MAR 2022

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