Vivere la scuola
Modi diversi di fare scuola: il lockdown e i suoi effetti
“La vita è un processo che cerca conoscenza. Vivere è imparare”. (Konrad Lorenz)
Abbiamo deciso di aprire il nostro lavoro con questa citazione per sottolineare il fatto che qualsiasi esperienza vissuta può essere un momento di apprendimento.
Lockdown
Tutto è iniziato a marzo 2020 quando, con il lockdown, siamo stati privati di tutto ciò che faceva parte della nostra quotidianità. L’annuncio del 9 marzo 2020 non è stato altro che la conferma della tensione che si respirava da giorni; tutti sapevano già cosa avevamo da fare: stare in casa. Nessuno poteva immaginare come le nostre vite sarebbero cambiate.
Post Lockdown
Come i bambini hanno vissuto il lockdown
I bambini hanno subito capito che qualcosa stava cambiando, ma la loro capacità di entrare in empatia con la situazione ha fatto sì che si adattassero velocemente al nuovo stile di vita. Hanno dovuto imparare nuove regole, alcune delle quali in contrasto con ciò che avevano appreso fino al momento della chiusura.
La condivisione, l’aiuto reciproco, gli abbracci hanno lasciato il posto al cosiddetto distanziamento sociale: non ci si può toccare, non si può stare con gli amici. La scuola si è ridotta a incontri di pochi minuti (massimo 1-2 ore per i bambini della scuola Primaria) davanti a uno schermo. Gli impegni extra scolastici sono stati tutti rimossi, impedendo ogni tipo di rapporto con i coetanei (fonte di confronto) e si sono trasformati in attività di famiglia: fare dolci, coltivare un orto, giochi con i genitori.
È nato il bisogno di rispettare norme igienico-sanitarie più rigide (lavarsi frequentemente le mani, non toccare occhi naso e bocca, stare distanti, utilizzare la mascherina). Tutto ciò ha provocato nei bambini un senso di smarrimento e disorientamento: improvvisamente sono stati privati di quella routine, di quelle giornate scandite da mille cose da fare, che davano loro sicurezza. A ciò vanno aggiunte la tristezza di non poter stare con i nonni, la noia causata da intere giornate trascorse dentro quattro mura, la rabbia di non poter fare tutto.
Sul rovescio della medaglia, però, ci sono la gioia e la serenità dei bambini per la scoperta di un rapporto nuovo con i loro genitori (prima trascurato da una vita quotidiana troppo frenetica). Avere mamma e papà sempre in casa ha aiutato il bambino a sentirsi protetto. C’è anche la loro capacità di trovare sempre, e con estrema facilità, una soluzione a tutto; e così il virus è soltanto un piccolo mostro a forma di palla con tante punte, dal quale ci si protegge seguendo le regole.
Nel rapporto con la scuola è venuto fuori questo andamento altalenante di sentimenti nei bambini. Ogni bambino ha reagito in modo diverso. I comportamenti di molti di loro hanno rispecchiato la scarsa capacità di adattarsi a questo nuovo modo di fare scuola: chi giocava durante il collegamento, chi si nascondeva oscurando la telecamera, chi mangiava in diretta; atteggiamenti dimostrativi di una situazione di disagio.
Le lezioni online sono state strumento utilissimo per mantenere un canale di contatto e di continuità con le relazioni abituali, ma d’altra parte la dimensione digitale prolungata non può essere considerata sostitutiva dei processi di apprendimento “in presenza” mediati dal corpo, dalle relazioni, dalla condivisione di esperienze ed emozioni.
Percezioni e sensazioni
I pensieri dei bambini
Abbiamo intervistato i bambini della scuola primaria per comprendere in che modo hanno vissuto questo periodo. Sono emersi diversi pensieri e abbiamo scelto di riportarne alcuni.
Sara, classe I
Isabella, classe III
“Durante il lockdown ho fatto un sacco di giochi con mamma e papà, però ero triste perché non potevo stare con la mia maestra”.
Andrea, Classe V
“È stato bello vedere i miei amici e la maestra al computer, ma non si capiva nulla perché tutti parlavano senza rispettare i turni e perché non c’era tanta connessione”.
Famiglie e lockdown
Vite da reinventare
Le famiglie hanno apprezzato la fortuna di trascorrere più tempo con i propri figli. Questo lato positivo è in contrasto con tutto il resto: la diffidenza verso il prossimo, la paura di contrarre il virus, la frustrazione per l’annullamento dei rapporti sociali. La presenza della scuola ha aiutato i genitori a sentirsi meno soli e a reinventarsi, assumendo un ruolo di fondamentale importanza.
Nuove esperienze
Le paure
Genitori e scuola
Il lato positivo
Le insegnanti
Le loro emozioni
Da una parte la sensazione di fallimento perché la vera scuola è partecipazione, interazione, collaborazione, dall’altra un senso di soddisfazione e appagamento perché “nessuna giornata in cui si è imparato qualcosa è andata persa” (D. Eddings); e i loro bambini qualcosa lo hanno imparato, se non altro almeno ad affrontare le situazioni strane e i problemi… e sempre con il sorriso.
Anche negli insegnanti ci sono stati sentimenti contrastanti: la gioia di vedere i propri alunni, entrando virtualmente nelle loro case, è andata a collidere con la nostalgia dei bambini, con la frustrazione di dover essere sempre coinvolgenti e originali, con la paura di non recepire qualche segnale importante, con il senso di incompletezza per la mancanza di un riscontro immediato, con il timore di non essere all’altezza del loro compito.
Le maestre della Scuola dell’Infanzia hanno ballato, recitato, proposto giochi e lavoretti utilizzando mezzi di comunicazione facilmente fruibili dai piccoli alunni (WhatsApp). Hanno imparato a sintetizzare intere spiegazioni in video di 2-3 minuti. Hanno imparato e poi insegnato a lavorare con il materiale che si trova in casa, l’arte di arrangiarsi.
Un nuovo inizio tra i banchi di scuola
I bambini, al rientro, si sono scontrati con una realtà diversa da quella che avevano lasciato. Non possono più condividere il materiale scolastico, i giochi e la merenda, non possono scambiarsi abbracci. Hanno l’obbligo di indossare la mascherina e stare da soli al banco. Alle pareti degli edifici sono affisse le regole da rispettare (mantenere la distanza, lavarsi spesso le mani, coprire naso e bocca se si starnutisce).
Non è una situazione facile, ma cercano di impegnarsi al massimo per vivere in sicurezza la scuola. Hanno imparato a non fare la lotta, a salutarsi con il gomito, ma l’istinto di avvicinarsi ai propri simili c’è ancora e l’essere rimproverato per comportamenti sbagliati crea una sensazione di angoscia e di destabilizzazione nel bambino che, non potendo avere contatto fisico neanche con la maestra, deve fare affidamento su se stesso.
Scuola e famiglia
Insieme per la sicurezza
Il rientro post lockdown ha creato tensione e disagio anche nelle insegnanti, che affrontano il problema riadattando le strategie didattiche per fronteggiare al meglio quello che è ormai un nuovo stile di vita. La mascherina complica la comunicazione: il tono di voce deve essere sempre alto, non c’è l’aiuto del labiale e l’espressività del viso è ridotta. Sentono una maggiore responsabilità per la salute dei ragazzi. Nonostante qualche difficoltà iniziale, però, si sono dimostrate dinamiche e sempre pronte a adattarsi al cambiamento, cercando comunque di rendere la lezione interessante e interattiva.
Il rientro a scuola ha regalato un sospiro di sollievo ai genitori che hanno visto i loro figli tornare alla “propria vita”; è stato confortante anche dal punto di vista organizzativo, ma resta comunque motivo di turbamento e agitazione a causa dei possibili contagi. La salute del proprio figlio è al primo posto, pertanto cercano di attenersi alle misure anti-covid adottate dalla scuola.
Ansia
Corresponsabilità
Assumendo comportamenti adeguati, si garantisce la sicurezza del prossimo.
Scuola flessibile
Studentesse in gruppo
Testimonianze bambini
Incontri da remoto
Mesi di lockdown
Sintesi dei numeri del progetto
Abbiamo riflettuto a lungo sulla tematica del vissuto in relazione alla scuola e alla formazione, ci siamo confrontate su come ognuna di noi ha vissuto e vive questo momento, facendo emergere emozioni e sensazioni.
I nostri numeri sono: 2, come i mesi passati in lockdown; 5, come i membri di questo gruppo di lavoro; 6, il numero degli incontri da remoto necessari allo sviluppo del progetto; 3, le testimonianze dei bambini.
Risorse e approfondimenti
Riferimenti bibliografici, risorse in rete e crediti fotografici.
Risorse BibliografichE e WEB
Chistolini S., La corona di Virus. Il coronavirus raccontato dai bambini della Scuola dell’Infanzia, Lecce, Youcanprint, 2020
Chistolini S., Le avventure del virus COVID-19. Il campione del mondo e la solidarietà dei bambini, Lecce, Youcanprint, 2020
Chistolini S., Scuola con il “vademecum” senza “lockdown”. Corsie preferenziali per l’accesso sicuro e l’insegnamento garantito, 14 settembre 2020 // link
Chistolini S., Decoding the Disciplines in Pedagogia. Epistemologia e metodologia della formazione per una buona pratica di preparazione universitaria degli insegnanti, in “Il Nodo. Per una pedagogia della persona”, anno XXI, n. 47, Nuova Serie, dicembre, 2017
Chistolini S., Il Coronavirus visto dai bambini della scuola dell’infanzia all’aperto. Il nuovo stile di vita per esorcizzare la paura, in TELLUS folio, 17 marzo 2020 // link
Chistolini S., Il ritorno a scuola, tra emozione dell’inizio e incertezza del contesto, in “Il Faro”, Istituto della Enciclopedia Italiana, 13 settembre 2020 // link
Chistolini S., Il Signor COVID-19 e il Signor PUFIC-20. Tra bene e male vince il bene e si trasporta il male, Lecce, Youcanprint, 2020
Chistolini S., La formazione universitaria in Pedagogia secondo la metodologia dell’interazione umana intesa alla definizione della conoscenza condivisa, in “Rassegna CNOS”, anno 31, n. 3, 2015, pp. 69-81
Chistolini S., Primo giorno di scuola post pandemia da Covid-19 // link
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Team di progetto
Autrici del Quaderno di Pedagogia Generale // Digito Dunque Sono // 014 // Studentesse di Scienze della Formazione Primaria, Università degli Studi Roma Tre
Claudia Parsi
Studentessa Scienze Formazione Primaria, Università Roma Tre
Educatrice in sezione primavera presso una scuola paritaria.
Martina Pasquazi
Studentessa Scienze Formazione Primaria, Università Roma Tre
Studentessa al primo anno di Scienze della Formazione Primaria.
Irene Pasquini
Studentessa Scienze Formazione Primaria, Università Roma Tre
Studentessa al primo anno di Scienze della Formazione Primaria.
Laura Passa
Studentessa Scienze Formazione Primaria, Università Roma Tre
Studentessa al primo anno di Scienze della Formazione Primaria.
Stefania Pellis
Studentessa Scienze Formazione Primaria, Università Roma Tre
Assistente Scuola dell’Infanzia in un istituto paritario.