Pedagogia Roma Tre

Quaderni di Pedagogia Digitale è un progetto del Laboratorio di Pedagogia Generale del Dipartimento di Scienze della Formazione, Università degli Studi Roma Tre

Fondo Pizzigoni

Gli studi e le ricerche pubblicate sui nostri Quaderni di Pedagogia Digitale si basano e ispirano al Metodo pedagogico creato da Giuseppina Pizzigoni per la scuola dell’infanzia

Quaderni di Pedagogia Digitale

Una presentazione del nostro progetto di divulgazione scientifica ed editoria digitale, dedicato alla scuola dell’infanzia e sviluppato su piattaforme digitali e di social media

FISR 2020 // S.M.A.R.T.

Secondo progetto di Quaderni di Pedagogia Digitale, 5 pubblicazioni interattive che scaturiscono da un convegno internazionale e progetto europeo, e attività di outdoor education

Digito Dunque Sono

Il primo progetto di Quaderni di Pedagogia Digitale, 15 pubblicazioni interattive con ricerche ed esperienze sui temi di scuola e formazione post-lockdown nell’era covid19

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Quaderni di Pedagogia Digitale 011 /// Marzo 2021

Tutta un’altra scuola

Apprendimento esperienziale e Outdoor Education

Nel corso dell’anno scolastico 2019-2020 ho realizzato un progetto pedagogico e formativo di educazione all’aria aperta, ispirato al Metodo Sperimentale di Giuseppina Pizzigoni e alle sue idee di Rinnovamento scolastico.

Scuola è il mondo

Apprendere con verità secondo il Metodo Pizzigoni

Raccontare cos’è il Metodo Pizzigoni e come si rende concreto oggi, sicuramente, non è facile. Il Metodo Pizzigoni è quanto di meno astratto si possa immaginare, è la vita reale dei bambini, insegnanti, genitori che operano concretamente in un contesto molto connotato. Lo sperimentare, il riflettere e poi il discutere insieme per arrivare a un sapere condiviso, consentendosi il tempo necessario per arrivare là dove il percorso del sapere ci sta portando, sono punti basilari che Giuseppina Pizzigoni aveva previsto e che a volte ci sfuggono nella rincorsa del tempo e delle molteplici mete che ci sembrano più importanti.

Giuseppina Pizzigoni fu una donna straordinaria, una Rivoluzionaria in campo pedagogico e scolastico, che già nei primi anni del Novecento fu capace di andare controcorrente nella scuola, rinnovando l’idea e la pratica dell’insegnamento.
Nel 1911 aprì la Scuola Rinnovata alla Ghisolfa, allora sobborgo industriale di Milano, un esempio indipendente e geniale di scuola attiva che allargava il concetto di scuola fino a concepirla come vita vera e quindi come mondo, in cui il fanciullo era il centro operante di tutto, coinvolto direttamente e chiamato in causa nella costruzione attiva del sapere, nello spirito del Metodo Sperimentale.

Una scuola che valorizzava i sentimenti e la volontà, oltre che l’intelligenza, che educava a osservare, parlare, scrivere, contare, misurare, traendo insegnamento dall’esperienza e dalla propria riflessione, una scuola che somigliava a un’officina dove gli scolari lavoravano collettivamente e individualmente con la maestra che seguiva, consigliava e orientava.

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Obiettivi del progetto: la natura amica dell'uomo

Il mio progetto educativo-didattico si è fondato sul concetto che, come la vita è scuola, così la scuola deve essere vita. Gli obiettivi sono stati:

  • Dar maggior valore e dignità al territorio e alla comunità in cui si vive quotidianamente
  • Far vivere ai bambini un pieno e corretto rapporto con la natura
  • Promuovere una cultura della sostenibilità e della prevenzione ambientale

I risultati del Metodo applicato: la scuola senza pareti fa bene

Dopo diversi mesi di osservazione e rilevazione ho potuto constatare:

  • Evidenti benefici sullo stato psico-fisico di tutti i bambini, soprattutto in quelli con BES e/o disabilità certificate di vario livello
  • Miglioramenti nel rendimento scolastico
  • Diminuzione dei livelli di stress
  • Maggior gestione delle emozioni
  • Maggior rispetto per l’ambiente naturale

Il Metodo Pizzigoni

Il programma educativo di Giuseppina Pizzigoni e la sua nuova pedagogia sono nati da una critica della Pizzigoni al modello di scuola fino allora in vigore: una scuola che ha curato solo l’intelligenza del bambino e non i suoi sentimenti, una scuola fondata sulla ripetizione infinita quale unico mezzo di apprendimento, sulla trasmissione e lo studio mnemonico. Ecco, tutto ciò era considerato un fallimento e non poteva essere accettato da una personalità artistica e creatrice come quella della Pizzigoni. Era necessario, dunque, passare da un mondo di parole a un mondo di fatti, era questo l’obiettivo principale e l’essenza primaria della sua riforma, sicuramente nuova e molto originale, in quel tempo.

Il Metodo Pizzigoni proponeva un itinerario educativo che si sviluppava attraverso tutte le discipline, intese come fonti di esperienze multiple; si basava sull’azione concreta e personale del bambino: egli, operando sulla realtà, ricercava e trovava, per induzione, i principi generali insiti nel particolare. Gli aspetti originali della Scuola Rinnovata erano: l’insegnamento oggettivo, il metodo sperimentale, l’esperienza psico-fisica e la formazione del carattere del bambino, i laboratori e la scuola all’aperto.

Si trattava di una scuola che esaltava la vita attiva del bambino e, attraverso l’osservazione diretta di cose, fatti, persone e la contemplazione della natura mettevano al primo posto il dar forza allo spirito dello scolaro e riteneva necessario crescere il bambino buono e istruito, attraverso la vita della scuola.

La divulgazione del Metodo Pizzigoni

La Scuola Rinnovata si conosce, purtroppo, ancora troppo poco o per nulla in Italia e nel resto dell’Europa per motivi culturali da un lato; per ragioni di distanza tra la pedagogia accademica e la scuola della quotidianità dall’altro; per motivi di disaffezione allo studio dell’essere di una scuola che sembrerebbe troppo antica per essere considerata interessante nell’epoca moderna e, ancora, per ragioni di genere, che riguardano l’emarginazione della donna dal mondo accademico.

Fortunatamente nel nostro Paese esiste un’Associazione, Opera Pizzigoni, rilanciata nel 2015, tuttora impegnata nella missione di divulgazione e diffusione del metodo e programma di Giuseppina Pizzigoni, tenendo conto delle diverse esigenze delle scuole e dei luoghi e di conservare e preservare l’Archivio della Scuola Rinnovata.

C’è, inoltre, un immenso patrimonio pedagogico e culturale sull’insegnamento della Pizzigoni, che racchiude testimonianze, lavori, materiali, scritti, conservato presso il Fondo Pizzigoni a Roma (presso il Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Roma Tre) fondato ufficialmente con delibera del Consiglio di Facoltà del 17 luglio 2012 e con responsabilità della Professoressa Sandra Chistolini, la quale ne ha cominciato la costituzione dal 2007 nell’ambito dello studio e della ricerca sul Metodo Sperimentale nella scuola materna Rinnovata Pizzigoni di Milano.

Il patrimonio pedagogico e scientifico del Fondo comprende 389 libri e 471 oggetti raccolti in appositi contenitori esposti in 7 vetrine di cristallo e una cassettiera di grandi dimensioni. L’intero patrimonio è catalogato in 456 schede descrittive presenti nel sistema bibliotecario di ateneo, visibili e in gran parte dotate d’immagine digitalizzata dei singoli oggetti.

I documenti hanno origine dal Programma dell’Asilo infantile della Rinnovata Pizzigoni e si estendono alla produzione di materiale creato per realizzare pienamente l’ideale pedagogico attuato dalla pedagogista italiana. Di comune accordo con la donatrice Sara Bertuzzi (1922-2016), insegnante e dirigente, massima esperta del Metodo Sperimentale nella scuola materna, oggi scuola dell’infanzia, è stato possibile per la Prof.ssa Chistolini rendere gli oggetti del Fondo Pizzigoni accessibili specificatamente per la formazione degli insegnanti.

Esperienza e natura

Scoprire attraverso il fare

Spinta dalla voglia di approfondire e sperimentare in prima persona le idee pedagogiche di questa grande Maestra ho voluto portare avanti un progetto di ricerca e sperimentazione che analizzasse una realtà educativa nuova, diversa. Sono uscita dai parametri pragmatici della scuola, collocando al di sopra di tutto e tutti il bambino, il vero protagonista del processo di apprendimento.

Ho voluto, inoltre, valorizzare l’idea della scuola all’aperto del primo Novecento, ovvero basare la mia impostazione progettuale su un modello di scuola che cambia totalmente sguardo d’azione, cambia prospettiva, ripensa gli spazi di vita scolastica, rivede gli strumenti, le metodologie, i contenuti e gli approcci didattico-formativi con i bambini, per farli crescere bene e in salute e per responsabilizzarli ed incoraggiarli a proteggere il nostro pianeta da cittadini consapevoli e coscienziosi delle proprie azioni.

Mi sono basata su un tipo di apprendimento esperienziale che prevede l’immersione totale e il contatto diretto con la natura, e che porta al superamento di molte preoccupazioni e paure: manipolando, toccando, annusando, raccogliendo, il disgusto, l’angoscia e il fastidio si perdono, diventano un’esperienza normale e il bambino percepisce il mondo che lo circonda come piacevole, curioso, interessante e non come pericoloso, per poterne così godere pienamente.

Per mettere in pratica le mie idee, nell’anno scolastico 2019-2020, ho realizzato un progetto educativo-didattico di tirocinio in una scuola Primaria situata in un paesino di collina, San Gregorio da Sassola, in provincia di Roma, tra il verde dei monti Prenestini. Ho lavorato in una classe III, composta da 10 bambini in totale, per i quali ho predisposto 3 unità didattiche multidisciplinari e formative, organizzate in una serie di attività basate tutte sul concetto pedagogico che scuola è vita, che la scoperta, l’esplorazione e l’osservazione del mondo rappresentano momenti fondamentali dell’apprendimento di un bambino, perché un corretto rapporto con l’ambiente naturale ed umano presuppone conoscenze che, soprattutto per bambini di questa età, non possono essere solo argomenti asettici, o contenuti informativi sterili, ma devono necessariamente trovare un immediato riscontro con la realtà che si vive ogni giorno.

Le chiavi metodologiche del mio progetto

Il progetto è stato attuato in scuola Primaria di provincia, in una classe III di 10 bambini. La vicinanza di questa Scuola con un parco naturale mi ha aiutata molto nell’ideazione delle varie attività pedagogico-formative.

01. METODO SPERIMENTALE
Basato sull’esperienza concreta e personale del bambino. Ha puntato ad un tipo di educazione all’aria aperta, incentivando il contatto diretto con gli elementi della natura.

02. M.I.T.E.
Siamo partiti da obiettivi e processi noti per generare nuove conoscenze. L’enfasi è stata posta sulla dinamica dell’interazione multipla, base della creazione epistemica da parte del gruppo.

03. DECODING THE DISCIPLINES
Abbiamo affrontato la chiusura delle scuole grazie alle nuove risorse tecnologiche e digitali, portando avanti un percorso educativo e formativo a distanza, con video-lezioni tramite Whatsapp.

Una pedagogia nella natura

Il focus generale di questo mio progetto è stato la natura amica dell’uomo e l’educazione alla sostenibilità ambientale; l’obiettivo principale che ho voluto sottolineare è stato il legame con la natura, sia sul piano educativo, sia su quello della qualità della vita.

Una pedagogia della natura e nella natura ha oggi fondate motivazioni, una tradizione già lunga, ampie basi teoriche e un’urgenza indifferibile. È per questo che avevo pensato a delle scelte metodologiche basate su un metodo di lavoro sperimentale che puntasse ad un tipo di educazione all’aria aperta e che incentivasse una sempre più profonda formazione pedagogica a contatto diretto con gli elementi della natura.

Le prime due unità didattiche sono state realizzate tra gennaio e febbraio 2020, in presenza e all’aperto: “Alla scoperta del Paesaggio”, è stata la prima unità didattica, in cui il Paesaggio era inteso come spazio vissuto dai bambini quotidianamente e “RicicliAMO per salvare la Terra” la seconda unitàdidattica , incentrata sui valori di sostenibilità ambientale e conoscenza di alcune problematiche attuali presenti sul territorio. Sono partita dall’azione, ho incoraggiato i bambini a vivere le nozioni sulla propria pelle per poi ragionare e riflettere insieme, sfruttando non solo l’intelligenza ma anche l’emotività.

La scuola durante il lockdown

A marzo 2020 sono stata costretta dall’emergenza sanitaria causa Covid-19 a continuare il mio progetto con la didattica a distanza, tramite videochiamate Whatsapp e registrazioni di brevi video preparate da me prima e poi inviate sul gruppo di Whatsapp ai genitori dei bambini, mantenendo costanti contatti virtuali.

Come fare a mantenere viva la relazione e il contatto diretto con i bambini in questo modo?

Ho cercato in ogni modo di mantenere sempre una certa continuità nelle varie attività proposte, collaborando telefonicamente con l’insegnante di classe per cercare di ricreare la stessa atmosfera cognitiva ed emotiva dell’Outdoor Education, senza ignorare però la virulenza e lo sconvolgimento del periodo storico in cui siamo stati proiettati.

Ho proposto un’unità di apprendimento relativa al concetto che Nessuno è troppo piccolo per cambiare il mondo e che somigliasse ad un viaggio alla scoperta degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibili dell’Agenda ONU 2030 partendo dalla realtà contingente che stavamo vivendo insieme: il Coronavirus.

È stato questo il nostro punto di discussione e riflessione, il quale ci ha portato ad analizzare diverse problematiche e a fare, a sperimentare comunque una situazione concreta: dunque apprendere dall’esperienza, anche se a distanza, ripensando in parte le metodologie e gli strumenti d’azione, fruendo degli scambi continui di opinioni con i genitori dei 10 bambini e utilizzando come barriera di divisione lo schermo di un PC o di uno smartphone.

I bambini hanno dimostrato di aver saputo cogliere il seme del mio modesto insegnamento pedagogico: hanno fatto, preparato, colorato, disegnato, aiutato, curato, raccontato e parlato molto di più con le famiglie. Hanno sfruttato giardini, balconi, terrazzi per attività all’aria aperta. Qualche bambino ha seguito le mie video lezioni con il tablet, seduto sull’erba del suo giardino; un altro modo di fare scuola all’aperto, anche se a distanza.

La scuola della post-pandemia

Il lockdown ha costretto insegnanti, educatori, collaboratori e dirigenti scolastici a ripensare, in quelle settimane di lockdown, chiusura e blocco totale, agli spazi e al modo di insegnare. Ora che finalmente abbiamo riaperto gli edifici scolastici, l’apprendimento all’aperto potrebbe, secondo me, offrire un modello valido per l’istruzione. Potrebbe essere una soluzione in grado di garantire il distanziamento sociale e la dispersione della pandemia; potrebbe spingere genitori e insegnanti ad abbracciare finalmente l’educazione all’aria aperta, con i suoi tanti e noti benefici.

Bambini scuola primaria

Didattica a distanza

Didattica all'aperto

Mesi di intervento

Esiti del'intervento educativo didattico

I 10 bambini hanno pienamente raggiunto gli obiettivi delle 3 unità didattiche predisposte (2 all’aperto e 1 a distanza) durante 6 mesi di intervento, anche in piena emergenza epidemiologica: il fatto vissuto insieme è stato il vero centro di interesse.

Risorse e approfondimenti

Riferimenti bibliografici, risorse in rete e crediti fotografici.

Risorse Bibliografiche e Web

Chistolini S., Fondo Pizzigoni // link

Chistolini S., Il Fondo Pizzigoni. Metodo sperimentale e scuola dell’infanzia nei Diari di Sara Bertuzzi, FrancoAngeli, Milano, 2020

Chistolini S., Il signor Covid-19 e il Signor Pufic-20, Youcanprint, Lecce, 2020

Chistolini S., L’asilo infantile di Giuseppina Pizzigoni. Bambino e scuola in una pedagogia femminile del Novecento, Franco Angeli, Milano, 2009.

Chistolini S., Pedagogia della natura. Pensiero e azione nell’educazione della scuola contemporanea: Asilo nel bosco, Jardim-Escola João de Deus, Outdoor Education, Franco Angeli, Milano, 2016

Chistolini S., Pedagogia Generale, 11 dicembre 2019 // link

Pizzigoni G., Il mio asilo infantile, Fed. Sacchetti & C., Milano, 1929

Pizzigoni G., L’insegnamento oggettivo, in (Credaro L.) «Rivista Pedagogica», XIII, fasc. 3-4, 18 Marzo 1920, Tipografia della Scuola Rinnovata, Milano, 1929

Pizzigoni G., La storia della mia esperienza, Ufficio Propaganda della “Rinnovata”, Milano, 1956

Pizzigoni G., Le mie lezioni ai maestri delle scuole Elementari d’Italia, Ufficio Propaganda della “Rinnovata”, Milano, 1931, ristampato da La Scuola editrice, Brescia, 1950

Pizzigoni G., Linee fondamentali e programmi della scuola elementare rinnovata secondo il metodo sperimentale, Paravia, 1922

Zuccoli F., Il “metodo Pizzigoni”oggi e presentazione della Rinnovata. Il “Metodo” oggi, dicembre 2004 // link

Autrice del Quaderno

Profilo e contatti dell’autrice del Quaderno di Pedagogia Generale // Digito Dunque Sono // 011

Annalaura Iannilli

Annalaura Iannilli

Studentessa Neo-Laureata in Scienze della Formazione Primaria, Università degli Studi Roma Tre

Ho conseguito la Laurea in Scienze della Formazione Primaria presso l’Università degli studi di Roma Tre a dicembre 2020.

Attualmente sono un’insegnante di sostegno presso l’I.C. Eduardo De Filippo di Villanova (RM).

Suono il Sassofono Tenore e mi piace trascorrere molte ore all’aria aperta: il contatto con la natura è una medicina per il corpo e per lo spirito.

La nostra prima serie di Quaderni di Pedagogia Digitale

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